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Nettuno, Papa Francesco al cimitero americano (SPECIALE FOTO GALLERY)

In occasione della Commemorazione di tutti i fedeli defunti Papa Francesco ha fatto visita al Cimitero Americano di Nettuno. Arrivato intorno alle ore 15.00, con un quarto d’ora d’anticipo rispetto al programma, il Santo Padre ha fatto una sosta di preghiera in mezzo alle 7800 tombe, tra le quali quella di un ignoto, un italo-americano e quella di un ebreo, per poi iniziare la celebrazione della Santa Messa davanti a cinquemila fedeli. Tanta commozione e gioia tra i presenti per un evento storico atteso 38 anni, data dell’ultima visita di un pontefice nella citta laziale.

Papa Francesco, con i paramenti liturgici viola, nel celebrare la Messa si è soffermato sulla speranza di incontrare Dio, di rincontrarci tutti noi come fratelli, denunciando la guerra come inutile strage.

«Tutti noi oggi siamo qui radunati nella speranza. La speranza di incontrare Dio e di incontrarci tutti noi come fratelli: questa speranza non delude». La speranza tante volte nasce, «mette le sue radici in tante piaghe umane, in tanti dolori umani – così il sommo Pontefice nell’omelia della Messa celebrata al cimitero americano di Nettuno -. Tante volte diciamo per favore Signore fermati. Basta guerra, non più questa strage inutile. Per favore Signore, non più la guerra, non più, non più questa strage inutile, come avrebbe detto Benedetto XV. Meglio sperare senza questa distruzione, giovani, a migliaia, a migliaia, a migliaia, speranze rotte, non più Signore, e questo dobbiamo dirlo oggi in questo luogo in modo speciale per questi ragazzi, oggi che il mondo è un’altra volta in guerra e si prepara per andare ancora in guerra, non più Signore, non più, con la guerra si perde tutto».

«Gli uomini – ha continuato il Santo Padre – fanno del tutto per dichiarare e fare una guerra e alla fine distruggono se stessi». «Questa è una guerra, la distruzione di noi stessi. Quell’anziana aveva perso dei figli e dei nipotini, solo aveva la piaga nel cuore e le lacrime».

«Se oggi, è un giorno di speranza, oggi è anche un giorno di lacrime», ha proseguito Papa Francesco, che nella parte finale dell’omelia a braccio pronunciata dal Cimitero americano di Nettuno ha citato le lacrime «che sentivano e facevano le donne quando arrivava la posta: ‘Lei signora ha l’onore che suo marito è stato un eroe della patria… che i suoi figli sono eroi della patria’». «Sono lacrime che oggi l’umanità non deve dimenticare!», l’appello di Francesco: «Questo orgoglio di quest’umanità che non ha imparato la lezione e sembra che non voglia impararla». «Quando tante volte nella storia gli uomini pensano di fare una guerra – ha ammonito – sono convinti di portare un mondo nuovo, sono convinti di fare una primavera: e finisce in inverno, brutto, crudele, il regno del terrore, della morte». «Oggi preghiamo per tutti i defunti – l’invito finale del Pontefice – tutti, ma in modo speciale per questi giovani, in un momento dove tanti muoiono nelle battaglie di ogni giorno, in questa guerra a pezzetti. Preghiamo anche per i morti d’oggi, i morti di guerra, anche i bambini innocenti. Questo è il frutto della guerra: la morte. Che il Signore ci dia la grazia di piangere».

Dopo la preghiera, conclusa alle ore 16.00, Bergoglio è stato accolto in sagrestia dal Vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, dalla Direttrice del Cimitero, la Signora Melanie Resto, dal Sindaco di Nettuno Angelo Casto, e dal Vice Sindaco di Anzio Giorgio Zucchini.

Massimiliano Gobbi

SERVIZIO FOTOGRAFICO – MASSIMILIANO GOBBI

 

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