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Moria di pesci nel Tevere: ammoniaca e fosforo fuori norma nell’acqua

TEVERE: BENVENUTI (ECOITALIASOLIDALE) ARRIVATI I PRIMI DATI DELL’ARPA SULLA MORIA DEI PESCI MA ANCORA SONO PARZIALI E MANCANO LE RILEVAZIONI DELLA ASL

Dopo la moria di pesci che ha interessato il 30 maggio scorso e perqualche giorno il fiume Tevere, nel tratto del centro storico della
Capitale, sino ad oggi vi erano poche certezze sulle circostanze dei decessi di migliaia di esemplari sino al mare. Finalmente è arrivato il primo fascicolo dell’indagine dell’ARPA Lazio da dove risultano alte concentrazioni di azoto, fosforo e ammoniaca con parametri di base interamente fuori norma. Ancora però non si conoscono i risultati sui pesticidi e si dovrà attendere ancora alcuni giorni prima che saranno disponibili le indagini dei tecnici
della ASL. Non è possibile che si deve attendere un tempo infinito prima di
comprendere il perchè vi è stato questo fenomeno che peraltro si è
ripetuto dopo qualche giorno -dichiara il Presidente del Movimento
Ecologista Ecoitaliasolidale, Piergiorgio Benvenuti- il fiume che attraversa
Roma deve essere costantemente monitorato e immediatamente deve essere accertato il grado di inquinamento, la provenienza e debbono
essere messe in atto tutte le procedure di contenimento del fenomeno. “Non è possibile proseguire con tale inerzia rispetto ad un fenomeno che si sta ripetendo ormai con troppa frequenza. Sta di fatto che si è accertato che nel Tevere nei primi giorni di giugno vi sono state tracce e presenze di sostanze potenzialmente tossiche per la fauna ittica, peraltro anche il Clothianidin, che appartiene ad un gruppo di neo-nicotinoidi, il cui utilizzo comprende la concia delle sementi di mais, del cotone, della colza, della bietola e del girasole, prodotto altamente tossico per le api, vietato l’uso dalla fine del 2018. Come mai -si chiede Benvenuti- non si è riusciti sino ad oggi ad individuare la provenienza di tali sostanze, soprattutto di quelle totalmente non utilizzabili per legge. Sta di fatto che né vi sono state indagini tempestive, né vi sono stati interventi adeguati come il posizionamento di barriere per bloccare l’arrivo dei pesci morti in mare proseguendo con lungaggini burocratiche, né vi sono programmi e progetti adeguati per impedire nuovi episodi, una ennesima incapacità ad affrontare problemi del territorio da parte di chi amministra la città e la Regione Lazio. Ormai da tempo lo sosteniamo –conclude Benvenuti-
in tema di ambiente e di difesa della biodiversità di Roma, nella città più verde d’Europa la Raggi e la sua Amministrazione ha totalmente fallito e si prosegue come nel caso del Tevere, ad inaugurare e spendere risorse economiche per inutili “lidi” come il Tiberis, mentre si debbono osservare i pesci galleggiare privi di vita, sino a giungere al mare.

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