Il mesotelioma è un tumore raro che colpisce le cellule del mesotelio, ovvero il tessuto che avvolge gli organi. Questa patologia tumorale insorge perlopiù negli individui di sesso maschile ed è spesso associata a una pregressa esposizione ad amianto.
Tipi di mesotelioma
Abbiamo visto che il mesotelio riveste la maggior parte degli organi interni e ha la funzione di proteggerli attraverso la secrezione di un particolare liquido. Il mesotelioma si distingue in quattro tipi a seconda dell’area in cui si sviluppa.
Questa particolare neoplasia può interessare la pleura, il peritoneo, il pericardio e la tunica vaginale del testicolo. Generando così: mesotelioma pleurico, peritoneale, pericardico e testicolare.
Mentre in base al tipo di cellula maligna presente nel tumore, si distinguono tre tipi di mesotelioma: epitelioide che è il più diffuso, sarcomatoide o fibroso che rappresenta dal 10 al 20 per cento dei mesoteliomi e in fine di tipo misto o bifasico, con aree epitelioidi e aree sarcomatoidi.
Un’altra caratteristica che contraddistingue il mesotelioma dalle altre neoplasie è il tempo di latenza. Infatti questa patologie ha una latenza temporale che arriva fino a 50 anni ed è quasi sempre mortale. L’unica forma di prevenzione è evitare le esposizioni ad amianto.
Mesotelioma pleurico
La forma più diffusa è quella che pleurica, con una percentuale di 3 casi su 4. In questo caso l’area interessata è quella della cavità toracica visto che per pleura intendiamo la membrana sierosa che avvolge i polmoni.
La principale causa di questa neoplasia pleurica è l’esposizione a fibre di amianto. Esse una volta entrate a contatto con l’organismo iniziano ad attaccare la pleura nel tentativo di attraversarla, innestando così un meccanismo di infiammazione e cancerogenesi.
Mesotelioma peritoneale
Il mesotelioma peritoneale è invece la neoplasia che interessa il peritoneo ovvero la membrana sierosa che costituisce l’involucro degli organi addominali e il rivestimento interno delle pareti dell’addome.
Dopo quello pleurico il mesotleioma peritoneale è il secondo tipo più diffuso con una percentuale che va dai 2 ai 3 casi su 4. Anche in questo caso i tempi di latenza sono molto lunghi, andando dai 20 ai 40 anni dalla prima esposizione.
Mesotelioma pericardico
Quando questa neoplasia colpisce la membrana che avvolge il cuore viene denominata mesotelioma pericardico. È sicuramente una tipologia meno diffusa rispetto a quella pleurica e peritoneale ma il numero di vittime è in continuo aumento anno dopo anno.
Per quanto riguarda invece la diagnosi, è possibile diagnosticare il tumore del mesotelio pericardico attraverso una biopsia pericardica e sulle tecniche di imaging (ecografia e tomografia computerizzata). Tuttavia l’unico modo per accertare al 100% la diagnosi rimane sempre l’esame istologico sulla biopsia tissutale.
Mesotelioma della tunica vaginale del testicolo
È la forma meno diffusa di cancro al mesotelio e per la diagnosi occorre affidarsi alle moderne tecniche di ultrasuono è un tipo di scansione per immagini preciso al 90%. Per confermare la diagnosi è possibile raccogliere un campione di sangue al fine di individuare i marcatori, sostanze rilasciate dal mesotelioma che aiutano a confermare la diagnosi.
Un altro strumento per la diagnosi è l’ecografia transrettale. La tempestività della diagnosi è un elmento fondamentale per la cura di questa neoplasia. Un ritardo diagnostico favorisce l’evoluzione della malattia e ne compromette la prognosi.
Le ricerche diagnostiche (ecografia, markers, etc.) causano ritardo nella diagnosi e quindi potenzialmente un danno al paziente. Inoltre, ogni volta che una tumefazione intrascrotale è di incerta natura, bisogna ricorrere alla inguinotomia esplorativa al fine di ottenere una diagnosi certa il prima possibile.
Quanto è importante la prevenzione?
Il modo migliore per prevenire il mesotelioma è evitare l’esposizione all’amianto. La legge 257 entrata in vigore il 1992 obbliga a verificare la presenza di amianto negli edifici pubblici come per esempio le scuole, ma in tutte le vecchie case possono essere presenti tracce di questo materiale. Ulteriori norme per lo smaltimento dei materiali pericolosi sono contenute in leggi successive promulgate nel 2009 e nel 2011. La legge del 2011 ha riconosciuto anche, per la prima volta, il diritto dei lavoratori esposti all’amianto a un risarcimento per malattia professionale.
È importante, quando si vuole rimuovere l’amianto, contattare dei tecnici specializzati che provvederanno a controllare i materiali di fabbricazione e a eliminare le parti non a norma. Affidarsi alla rimozione “fai da te” è una scelta da evitare assolutamente, dal momento che con un lavoro svolto male si corre il rischio di contaminare anche altre zone della casa e di inalare fibre pericolose.