Ecco, come d’incanto si passa dalla guerra minacciata e scatenata a suon di missili alla pace conclamata dal linguaggio dei gesti, dalle mani nei loro più diversi approcci. Cosa volete che vi dica, così va il mondo, con buona pace di quelli che nel teatrino delle umane vicende hanno comunque perso la dignità e il diritto alla vita. Di fronte alle fanciullesche espressioni dei presidenti delle Coree del Nord e del Sud Kim Jong-un e Moon Jae-in, insorge il rigurgito gastrico di settant’anni di inutili sofferenze, di separazioni, di vittime sacrificali offerte al dio della guerra e in realtà peloso tributo a chi di conflitti campa, costruendo armamenti di tutti i tipi. Adesso, addirittura Trump si attribuisce il merito della manifesta pacificazione coreana iniziata sotto gli auspici dei cinque cerchi olimpici. E in Italia, cosa ci dovremo inventare per venire a capo della diaspora, della maionese impazzita della politica? Forse un risultato straordinariamente esemplificativo della reale volontà dei cittadini, che dopo il Molise si pronunceranno domani in Friuli, il 20 maggio in Valle d’Aosta e il 10 giugno in ottocento comuni .
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale