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L’ONA chiede il completamento delle bonifiche dei siti ferroviari

Dati epidemiologici allarmanti sulla base delle segnalazioni ONA

È ai ferri corti il rapporto tra Trenitalia Reggio Calabria e i suoi dipendenti. Il tutto a causa della questione amianto e per il mancato rispetto delle norme in tutela della salute dei lavoratori. Infatti l’Osservatorio Nazionale Amianto da anni denuncia il rischio amianto sui binari delle Ferrovie dello Stato. Con un allarmante dato certificato dal Registro ONA dei mesoteliomi, oltre che dal registro tenuto dall’INAIL. Il numeri de casi di mesotelioma è 500. Solo negli ultimi 20 anni. Per questo si rendono necessarie le bonifiche dei siti ferroviari.

L’incidenza dei casi di mesotelioma induce l’associazione ad intraprendere nuove iniziative giudiziarie. Iniziative che comprendono la richiesta di risarcimento dei danni, per i casi di patologie asbesto correlate. Tra cui anche asbestosi, cancro al polmone e tante altre patologie. Patologie che molto spesso hanno un esito infausto.

In considerazione di un tasso in costante crescita, il gruppo FS dovrebe attivarsi in prima istanza per tutelare la salute dei suoi dipendente. Necessario è anche assicurare un’attività lavorativa lontana dai rischi alla salute e quindi autorizzare le bonifiche dei siti ferroviari ancor contaminati.

Poca attenzione e mancate bonifiche dei siti ferroviari

Ma dove manca l’attenzione e l’intervento di Trenitalia, a colmare il vuoto ci pensano i suoi dipendenti con il loro attivismo. Emblematico è l’impegno profuso da A.P., ex funzionario fino al 28.10.2017 presso la sede di Reggio Calabria della società Trenitalia.

A.P. ha svolto servizio in particolare presso l’impianto I.M.C.C. (Impianto Manutenzione Carrozze e Corrente), in Reggio Calabria. Lo stesso dipendente ha effettuato delle segnalazioni lo scorso 02.03.2018, presso il C.C per la Tutela Ambientale Nucleo Operativo Ecologico di Reggio Calabria. Scagliandosi in qualità di Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza contro i dirigenti locali del gruppo ferroviario.

Abbracciando la causa della salute dei suoi colleghi, il Sig. P. non si rassegna e con determinazione da anni porta avanti la battaglia contro l’amianto e contro un’azienda che osserva con indifferenza la triste sorte dei suoi dipendenti. Infatti, il battagliero rappresentante porta all’attenzione delle autorità competenti la presenza di materiali di amianto del capannone di Trenitalia, in Reggio Calabria, in relazione all’edificio Rimessa TE sui binari 11 e 12 dell’Impianto di Manutenzione Corrente, iniziata il 22.01.2018.

L’ex funzionario Trenitalia ha lamentato una scarsa attenzione per la salute dei lavoratori rispetto al rischio amianto, in riferimento alle bonifiche in corso, eseguite da ditte terze, che però erano adeguatamente equipaggiate, e, in data 10.02.2018, ha peraltro formalmente comunicato tali atti e circostanze anche all’Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria le modalità inerenti alle azioni di bonifica del capannone di Trenitalia.

Le dichiarazioni del Presidente ONA

“Solo le Ferrovie dello Stato disconoscono il rischio amianto e soprattutto la presenza di amianto nei rotabili e nei suoi siti, anche contro l’evidenza dei fatti e il drammatico bilancio in termini di vite umane”, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

“Ringrazio l’Osservatorio Nazionale Amianto per l’impegno profuso a tutela della salute pubblica e dell’ambiente e in particolare per i ferrovieri esposti e vittime dell’amianto, e mi auguro che anche in seguito alle scoperte scientifiche, possa essere finalmente debellato il mesotelioma e le altre patologie tumorali, oltre all’asbestosi ed evitare così che molti altri ferrovieri e lavoratori in generale, perdano la vita in seguito alla fibra killer. Però occorre attenzione per la prevenzione primaria, ovvero evitare ogni forma di esposizione ad amianto e a qualsiasi altro agente patogeno e cancerogeno, perché solo così che può essere tutelata la salute. Per parte mia mi batterò fino in fondo, fino a che avrò forza per chiedere le bonifiche dei siti contaminati in FS, come in qualsiasi altro sito lavorativo, per riaffermare la sacralità della vita umana”, dichiara il Sig. A.P., rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

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