Ebbene sì, con la italica astrofisica Giovanna Tinetti lo hanno scovato nello spazio siderale, ad appena centodieci anni luce da noi: è otto volte Gaia, ha caratteristiche assolutamente simili, ma non basterebbe a contenere la virulenza degli umani, ormai irrecuperabili. Qui a Budapest si farà il possibile con paradossi e moniti frutto di un pluridecennale tentativo di ravvedimento attraverso la metafora sportiva, secondo la visione messianica dell’incommensurabile visionario William Shakespeare. Le donne e gli uomini rappresentanti di una trentina di paesi sono di fronte ad una mission impossibile, almeno all’alba di oggi, after day del del ricorrente dolore per l’orripilante eccidio delle Torri Gemelle, per le migliaia di morti che continuano a determinarsi per gli effetti tossici ricaduti sui sopravvissuti. Ecco, questo episodio, che possiamo paragonare per violenza masochista alla distruzione ieri della Biblioteca ad Alessandria d’Egitto ed oggi della Foresta Amazzonica, stabilisce senza incertezze il livello infimo da cui stiamo tentando di risalire.
Ruggero Alcanterini