Ma sì, consoliamoci col Palio di Siena, con le sue esuberanze policrome e soprattutto con la meravigliosa seconda vittoria, “menneiana”, del cavallo con i colori della Selva, Remorex, ancora una volta “scosso” e divenuto “barbero”, more romano, quando il Carnevale era turbinoso e i destrieri africani correvano senza fantino in groppa, per tutta Via Lata, da Piazza del Popolo a Piazza San Marco … Chiaramente non si tratta di casualità, ma di vocazione per il sauro di nove anni, che ieri in Piazza del Campo, dopo mezzora di umane moine, dalla liberatoria mossa del canapo, disarcionato il cavaliere di turno, ha ripetuto la magia con cui aveva regalato il successo alla Contrada della Tartuca, appena dieci mesi fa, nel Palio Straordinario del 2018. Il suo primato di due allori da “libero”, su tre Palii disputati, è stato dunque una ri-scossa. Provate a vedere di nuovo la corsa e proverete come me l’emozione dell’impossibile possibile, simile a quella che si rinnova ogni qual volta si replica la visione surreale dei duecento di Mosca 1980. Ora, in nome dei cavalli – che al massimo recuperano una manciata d’avena e qualche carruba in premio – e dello stesso Varenne, che fece il giro d’onore all’Olimpico con Maurice Greene, nel Golden Gala del 2001 e si gode ormai la vita da pensionato, padre “donatore” di un migliaio di figli blasonati, vorrei fare la proposta di un Palio a Siena per soli cavalli , uno straordinario a loro dedicato, anche per ovviare al cinismo dei fantini e recuperare il naturale fair play, che sicuramente non manca tra gli equini.
Ruggero Alcanterini