Non è un semplice gioco di parole, ma una reale giusta disposizione mentale, che dovrebbe guidarci con essenziale logica semplicità verso l’uscita dal labirintico ginepraio in cui siamo cacciati. Certo, l’idea che l’Italia sia unica e unita, con distoniche Regioni all’opera, zone ad alta intensità “covidica” ed altre sostanzialmente allertate, sedate, ma non travolte dal virus, diventa di giorno in giorno meno credibile, come complicato diventa tenere a freno le umane pulsioni. Mentre a nord c’è chi continua a contare numeri esagerati di morti, altri al centro e al sud, piuttosto che isolati nelle isole, cominciano ad avvertire l’atmosfera del rientro, sì del ritorno al consueto, quasi fosse un fine vacanze. Ecco, questo è il problema più serio da affrontare, adesso che invece occorrerà organizzare quel che c’è mancato, quello che ha reso più amaro il bilancio italico di questi pandemici mesi, un vero e proprio massacro che si sarebbe potuto contenere, com’è capitato altrove in Europa, se Prevenzione e Protezione fossero stati adeguati alla bisogna – nei magazzini e sul campo – con dispositivi e protocolli pronti all’uso. Evidentemente, quel che ci aveva colpito o sfiorato in passato sul piano epidemico non aveva avuto sufficiente impatto e così via nel tempo la ricerca, le strutture sanitarie, i medici, i paramedici, i luoghi deputati all’isolamento sono stati depotenziati o addirittura abbandonati alle ortiche (il Forlanini). Molte realtà pubbliche e private dedicate ai più fragili, agli anziani, sono piene di problemi e le meno adatte a sopportare l’emergenza. Ma i Pronto Soccorso e le Guardie Mediche non sono in condizioni migliori, spesso oggetto di aggressioni, piuttosto che rifugio di sbandati e senzatetto. Adesso, però, dobbiamo preparaci a dare il meglio di noi nel trovare la quadratura del cerchio, ovvero mantenere il punto fermo della chiusura, laddove non ci siano certezze di salubrità e del riavvio del sistema monitorato e certificato, senza fare sconti a nessuno. Sento parlare di campagne di vaccinazione antinfluenzale e di ingrugnimenti dei “no vax”. Ebbene, al di la dei pregiudizi, togliere dal campo soggetti con sintomi simili ai contagiati da COVID 19 potrebbe rappresentare una utile selezione della platea a rischio. Al contempo si avvertono i mal di pancia dei garantisti a prescindere, quelli che “la privacy prima di tutto”, a fronte di app traccianti anti contagio. Beh, in questo caso, dico ben venga il “grande fratello”, a tempo, nei periodi di emergenza conclamata e decretata, nell’interesse generale. Infine, ancora un giro di manovella per il film sull’establishment, che sembra avvitato tra polemiche di facciata politica a parti alterne, in attesa del “salvatore”, che sembra avere estrazione assolutamente manageriale, vertice di un esercito di consulenti, che stanno per occupare il vuoto che c’è, nei dicasteri e nelle aule parlamentari, dov’è venuto meno il ruolo di livello, sia per protestare, sia per governare.