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L’editoriale del Direttore: BREXIT, FULMINE A CIELO CUPO

Ma sì, chi se ne importa se adesso l’Europa torna a spezzarsi, se oltre il Canale della Manica si rinasce indipendenti e noi continuiamo a mediare la qualunque con la loro lingua, in inglese, che poi è anche quello d’uso più ruvido di Donald, velocissimo nel complimentarsi con il Boris trionfante in un delirio di polistirolo, a bordo di una ruspa. Ecco, l’immagine che sintetizza il quadro, in cui come scontato i polacchi continuano a bruciare carbone, i tarantini vedono spegnersi comunque i fuochi dell’ILVA, la guerra eterodiretta in Libia promette altri disastri umanitari, mentre Ursula e Greta sembra siano rimaste le uniche a difendere la povera Gaia, dopo l’ennesima COP pantomima a Madrid…Noi, intanto, siamo ancora a sfogliare la margherita sui colpevoli veri o presunti dell’attentato alla Banca dell’Agricoltura in Piazza Fontana, a Milano, appena mezzo secolo fa, quando chissà perché a fronte del coraggio di governare e l’idea di cambiare si materializzarono terroristi di destra e di sinistra in una nebulosa, che ci avrebbe accompagnato sino alla catastrofe istituzionale dei primi anni novanta ed alla inconsistenza di leadership politico-partitica e di governo, oggi. Dunque, il risultato plebiscitario in favore dello scapigliato albionico Johnson la dice lunga su quello che ci aspetta, perché non basterà alla von der Leyen suonare la diana ambientalista per frenare la crescente disaffezione da una Comunità assolutamente EURO-centrica e troppo distante dall’onirica ma giusta ipotesi dei padri progettuali degli Stati Uniti d’Europa, da Mazzini a Spinelli, a Spaak, Adenauer, De Gasperi, Kohl, Craxi, quella dei reali pari doveri, diritti e qualità di vita per i cittadini comunitari…
“…Ma chi se ne importa se adesso il mio cuore si spezza
Un giorno d’amore per me vale più di cent’anni
Sembrava un capriccio ed invece per lei sto morendo
Peccato che al mondo si vive una volta soltanto…”

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