fbpx

La popolarità del Papa emerito

La popolarità del Papa emerito. Qualcuno si stupisce per la commozione che la scomparsa di Joseph Ratzinger ha suscitato tra i fedeli, e per la grande partecipazione popolare in occasione delle sue esequie. Non è difficile capire perché.

Benedetto XVI è stato un pontefice conservatore (nel senso buono del termine), attento a mantenere il nucleo più profondo del messaggio cristiano. Era anche un teologo e filosofo di notevole statura, sempre intento a scrivere opere di rara profondità.

Era inoltre convinto che i cristiani meritassero di essere difesi in tutti i luoghi – e sono moltissimi – nei quali subiscono persecuzioni immotivate e dettate soltanto dall’odio religioso.

Proprio per questo, è inutile nasconderlo, non era molto amato dal variegato mondo del cattolicesimo di sinistra, che da sempre insiste sul dialogo interreligioso anche quando esso si rivela pressoché impossibile. Convinto, questo mondo, che cedere sia meglio che combattere.

Il fatto è che Ratzinger non la pensava affatto così. Per lui la dottrina cristiana non si poteva assolutamente svendere, pena la fine stessa del cristianesimo.

Lo dimostrò con il celebre discorso di Ratisbona, in cui invitò, pur ricorrendo a episodi storici lontani nel tempo, l’Islam a condannare il legame tra fede e violenza, sottolineando altresì che la fede non può essere imposta con la forza.

Piuttosto naturale fu la reazione rabbiosa del mondo islamico alle sue parole. Assai meno naturale quella del cosiddetto “cattolicesimo progressista”, che reagì al suo discorso con un fastidio malcelato.

Si rammenti, inoltre, la sua polemica contro la “teologia della liberazione”, popolare soprattutto in America Latina, che Ratzinger accusava di eccessiva politicizzazione del messaggio cristiano.

Contrario a ogni forma di sincretismo e di cedimento alle mode del momento, Benedetto XVI si sforzò non solo di salvaguardare l’originalità del messaggio cristiano, ma anche di impedire che esso venisse annacquato da elementi ad esso estranei.

Ovvio che un pontefice di quel tipo non piacesse al progressismo cattolico, e altrettanto ovvio che i conservatori in lui vedessero uno scudo prezioso contro ogni cedimento alle lusinghe della modernità.

Non ci si deve quindi stupire della partecipazione commossa dei fedeli, molti dei quali hanno perfettamente capito la potenza e l’originalità del suo messaggio. Era timido e riservato, ma nei momenti cruciali sapeva farsi valere anche dialogando con la folla.

Di lui ci restano non solo libri importanti per la filosofia e la teologia, ma pure un esempio di coerenza estrema nel vivere coraggiosamente il messaggio cristiano, di cui sottolineava sempre la bellezza basata su un fecondo rapporto tra fede e ragione.

Seguiteci sulla nostra pagina Facebook e su Ecopalletsnet

Gestione cookie