Ieri l’orizzonte ad ovest della Capitale era listato a lutto da una lunga infinita scia tra il rosa ed il grigio piombo, una processione infinita di verdi anime innocenti, di centinaia di migliaia di pini, di lecci, piante di corbezzolo, lentisco, corbezzolo fenicio… Centinaia di varietà di piante e milioni tra animali ed insetti che da millenni e secoli facevano da sipario tra Roma e il Mare Nostrum – da Enea e Turno a Corio…lano, da Settimio Severo ai Papazzurri, ai Sacchetti, ai Chigi sono volati via tutti su nel cielo, sulle ali dello scirocco, in un amen. Chi mai ci potrà restituire quel che è andato perso dal punto di vista morale, visto che la morte del Parco più importante di Roma era annunciata ? Il mese scelto dagli assassini seriali era ed è rimasto quello di luglio dal 2000, quando la prima aggressione criminale portò alla distruzione di 280 ettari di verde sui 350 colpiti dalle fiamme. Era il 4 di luglio di diciassette anni fa e allora ci si accorse che le prese d’acqua per il sistema antincendio erano state sabotate ad arte, che c’erano stati inneschi sistemici, ma anche che all’interno del parco c‘erano presenze abusive inquietanti … Dopo gli incendi si sono ripetuti puntualmente ogni anno a luglio dal 2002 al 2005 e poi nel 2008, quando gli ettari distrutti furono ottanta. In tutti questi anni, sino alla catastrofe di ieri, si sono accumulate discariche, insediamenti abitativi di clandestini ovunque, prostituzione, assenza di manutenzione e sorveglianza. Quello che era fin dall’antichità un paradiso terrestre o se preferite una selva con satiri e ninfe, popolata da cinghiali, caprioli, cervi, lepri, istrici, e ricci, riserva di caccia dal 1277 è ridotta oggi ad una sterminata landa fumante di 916 ettari, in cui gli zombi trovano il loro habitat naturale. Questa è la conseguenza dell’eccesso di burocrazia, di economia, di tolleranza, di superficialità e di menefreghismo. Vi ricordate quando da scolari si andava ad interrare ognuno una pianticella per la “Festa degli Alberi” ? Bene, adesso è ritornata la vecchia tradizione con una piccola variante, quella orribile e suicida di “FESTA AGLI ALBERI”.