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LA FEDE SPORTIVA


7 ottobre 2016
– La giornata di ieri è stata esemplificativa di un concetto: l’universalità dello sport non può essere messa in discussione, nemmeno dal Papa e dal Segretario Generale dell’ONU, anzi. E guarda caso, il test si è avuto a Roma in occasione della Conferenza Internazionale sul tema “Fede e Sport”. Ieri eravamo in molti anche alla Scuola Nazionale dello Sport per il suo cinquantesimo anniversario dalla fondazione e per ricordare i personaggi che la vollero, a cominciare da Giulio Onesti, utilizzando in modo razionale e futuribile le risorse scaturite dalla XVII Olimpiade, di cui il quartier generale dell’Acquacetosa, intitolato proprio a Giulio Onesti, è una delle strutture residuali di qualità, pienamente efficienti e produttive dopo cinquantasei anni. Io sono impegnato a Vienna per il Congresso Europeo del Fair Play ed anche questa è una ulteriore occasione di verifica dello stato dell’arte. Si è parlato molto di quanto è accaduto negli ultimi settanta anni e si è ragionato in funzione dei prossimi. Si comincia a capire qualcosa di più intorno al fenomeno che convenzionalmente chiamiamo sport, ma che offre mille variabili possibili per disvelarne la vera essenza, il vero valore, le vere opportunità. Inesorabilmente si pensa anche al latte versato, perché si è persa anche l’occasione di una ragionevole importante economia di scala, se i Giochi Olimpici del 2024 si fossero considerati come una buona occasione , piuttosto che un problema. Roma si prepara già per l’Anno Santo del 2025, ma con una visione culturalmente aggiornata secondo la guida illuminata del Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Lo sport ha ed avrà un ruolo strategico per alimentare le speranze di pace e ieri nella Sala Nervi c’era anche il Presidente del CIO Thomas Bach ad illustrare quanto il Comitato Olimpico pensa di poter fare, oltre la rassegna quadriennale dei Giochi. Ecco, essere partecipi di questo movimento sommando gli oneri e gli onori derivanti significa partecipare alla costruzione di una società civile diversa e soprattutto migliore.
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