‘Invisibili spazi del cuore’ è il titolo della mostra allestita negli spazi della ‘RBN Arte’, nel suggestivo rione Garbatella. L’andiamo a visitare nell’ ultimo giorno disponibile, in una splendida serata ottobrina romana.
LA MOSTRA E LE OPERE ESPOSTE
Entriamo e ci accoglie con estremo garbo, eleganza e simpatia contagiosa, l’ organizzatrice, Tiziana Bartolini: “Per questa mostra, che abbiamo deciso di chiamare ‘Invisibili spazi del cuore’, abbiamo chiesto ad ogni artista di presentare un solo lavoro in modo da dare spazio a tutti ed alla fine se ne possono contare 25 fra cui anche 3 composizioni poetiche, 1 opera scultorea divisa in tre parti e 3 fotografie. Questo qui è il mio lavoro. Si chiama ‘Smeraldina’ e rappresenta una città d’acqua nella quale è possibile scorgere ponti, scalinate, percorsi, dislivelli. Il cielo, attraversato da infiniti percorsi così com’è il sentimento dell’ Amore, è simboleggiato dalle rondini il cui volo è sempre imprevedibile, il cui incedere non è mai prefissato, bensì indefinito. Il tema dell’ Amicizia invece l’ ho immaginato rappresentando due figure, all’ interno di un cortiletto colorato di blu, le quali scandiscono la lealtà del loro rapporto d’amicizia posizionandosi una di fronte all’ altra su un’ altalena e attuando gli stessi, identici movimenti”.
DA ITALO CALVINO, TANTI SPAZI DIPINTI, SOGNATI, NARRATI
Ci concediamo da Tiziana ringraziandola della disponibilità e andiamo a scambiare due parole col curatore della mostra, Mauro Rubini: “È bello perdersi nelle città invisibili” – esordisce – “Partendo infatti dall’opera ‘Le Città Invisibili” di Italo Calvino, del quale quest’anno ricorrono 100 anni dalla nascita, ho proposto agli artisti di ampliare il loro orizzonte soffermandosi su città immaginarie, reali o sui loro luoghi del cuore”. Mentre Mauro parla, ci avviciniamo verso lo spazio della sala dove sono esposte le sue opere che così descrive: “Per questo lavoro, intitolato ‘Sulla piazza’, eseguito con legno resinato, mi sono fatto ispirare da un viaggio compiuto a Bologna qualche anno fa ed ho voluto proporre i portici tipici della città felsinea come luogo chiuso, coperto e subito dopo invece raffigurati capovolti per rappresentare l’apertura verso il cielo, verso l’ignoto, verso l’infinito, a mo’ di specchio. In quest’altro lavoro invece ho voluto ricostruire il teatro Palladium, che ho chiamato ‘La Casa delle Arti’, nel cui palcoscenico aperto ho inserito un piccolo buco dal quale fuoriesce una chiave di violino come simbolo di cultura del quartiere, della città e del mondo”. Si ferma qui Mauro e ci confessa, sottovoce, di essere particolarmente stanco, ma estremamente felice perché la mostra ha avuto il riscontro di tantissime persone che sono venute a visitarla.
LE ALTRE OPERE DELLA MOSTRA
Volgiamo un ultimo sguardo alle altre opere esposte e notiamo che ognuna presenta una peculiarità, una particolarità, come ad esempio il quadro con affaccio su “Le isole Eolie’ di Maria Gabriella Gentile, quello che raffigura la città di New York in proiezione futura di Tiziana Narducci, il lavoro di Kalos che richiama la città di Mariupol, definita ‘città fantasma’, avvolta da un lenzuolo di cotone, lavorato con vinavil e gesso, simboleggiante le rovine causate dalla guerra ed infine un acquarello di Barbara Partis intitolato ‘Per le vie del centro’ con la particolarità di essere stato smorzato nella sua forma dagli effetti del fuoco, richiamando così alla mente una pergamena antica.
Arriva il momento di congedarci e volgendo le spalle verso l’uscita ci pervade quella sensazione tipica di quando si provano emozioni forti, autentiche, in quello che rimarrà per sempre un invisibile spazio del cuore!
In collaborazione con Maurizio Francesco Cannavò