“La Regione Lazio tramite il governatore Nicola Zingaretti ripete un giorno sì e l’altro pure che Roberto Gualtieri ha fatto bene ad annunciare la realizzazione di un inceneritore a Roma per bruciare 600mila tonnellate di rifiuti indifferenziati ogni anno. Proprio oggi dichiara il suo pieno sostegno al progetto. Ancora una volta sono i numeri a dare torto a chi vuole prospettare un futuro grigio per la città di Roma. Andiamo per ordine.
Il pacchetto sull’economia circolare nazionale contiene una serie di disposizioni volte a promuovere la transizione verso un’economia circolare, in alternativa all’attuale modello economico lineare, basandosi su dati concreti che prevedono la riduzione dei rifiuti urbani nei prossimi anni: ma questo sia Gualtieri che Zingaretti non lo considerano.
Secondo i dati Ispra, Roma Capitale produce 1.691.000 tonnellate all’anno di rifiuti, cioè circa 4.600 tonnellate di rifiuti al giorno, di cui 2mila di differenziata e 2.600 di indifferenziata, dunque circa 963mila tonnellate di rifiuti indifferenziati ogni anno (l’indifferenziato è quello che loro vogliono bruciare), con una raccolta differenziata che si attesta intorno al 43%. Lo stesso Gualtieri dichiara ormai da giorni che lavorerà per portare la raccolta differenziata nei prossimi anni al 75%, diminuendo i numeri di produzione a 548mila tonnellate di rifiuti indifferenziati da smaltire.
La normativa europea prevede come obiettivo un’ulteriore riduzione dei rifiuti urbani entro il 2030 e gli andamenti registrati in questi anni confermano che la produzione di rifiuti è in calo: nel 2020 per quanto riguarda il Centro per il Lazio è stata registrata una diminuzione che si attesta intorno al 5,6%. I dati sono chiari e la quota rimanente in gran parte verrà assorbita nei prossimi 20 anni grazie agli impegni presi dai governi in Europa. Per questo tutte le città europee vanno in un’altra direzione e gli inceneritori presenti sul territorio europeo hanno sempre più fame di rifiuti, sono diventati antieconomici e vengono dismessi gradualmente.
Un inceneritore che nasce vecchio prima di essere realizzato, uno spreco di risorse pubbliche e che nei prossimi anni, se si vuole promuovere veramente una gestione dei rifiuti sostenibile sia a livello economico che ambientale, non avrà abbastanza rifiuti da bruciare.
Per questo abbiamo detto no all’inceneritore e proposto una alternativa che prevede impianti con capacità ridotte e una combustione senza fiamma, non inquinante e con una tecnologia innovativa.
Risulta altrettanto chiaro che andando in questa direzione sostituiamo la transizione ecologica per alimentare gli affari e andiamo a creare una bolla speculativa sulla pelle dei romani. Prima ancora di bruciare la ‘monnezza’ a Roma, siamo all’incenerimento della materia celebrale”.
Così in una nota il consigliere capitolino Paolo Ferrara (M5S).