Per il Fair Play in politica, quanto di meglio e di più se non il discorso di Liliana Segre, ieri in Senato e poi quello del Presidente Ignazio La Russa, dopo la sua elezione. Segnali straordinari, ma purtroppo provvisori, com’è capitato per la severa riflessione che lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella fece dopo il forzato bis, legnando deputati e senatori che applaudivano ipocritamente la sua censura. Ieri, sarebbe bastato lo sconforto dell’Aula semivuota di Palazzo Madama, dopo il taglio improvvido della rappresentanza parlamentare, per far capire quanto poco rimane del rapporto tra elettori ed eletti, per far intendere quanto poco manchi alla catarsi, se dovesse venire meno anche la residua stima, stante il fatto che sempre ieri si è capito come, nonostante tutto, si pensi di poter anteporre le ambizioni personali agli interessi di parte e peggio ancora del Paese, che adesso ha un bisogno indifferibile di stabilità e di continuità di governo. Il sistema ammalorato da burocrazia plantigrada ed eccessiva, da partiti trasformati in club e movimenti di stagione, se non scosso e rivitalizzato da un’azione risanatrice decisa, potrebbe collassare in modo irrimediabile. In realtà non mancano tanto le risorse economiche, quanto la qualità di quelle umane e per conseguenza la buona coscienza ed il giusto metodo, il principio del rispetto assoluto degli interessi comuni, della collettività a prescindere. Quindi, come Mattarella, Segre e La Russa insegnano, occorrerebbe adottare con decisione i principi del fair play, anche in politica, senza se e senza ma.
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