E’ da poco uscito il nuovo libro della giornalista Ester Palma “Il disertore” ed è già un successo. Milanese solo di nascita, ma cresciuta a Roma, dove ha sempre vissuto, e con la Calabria nel cuore per le sue origini, Ester ha tre figli e lavora da tantissimi anni al Corriere della Sera.
Il primo, sconvolgente volume di “Wunderbar” (edito da “Le trame di Circe”) è ambientato nella Toscana del 1944 devastata dalla guerra, dove un ragazzo dalla bellezza irresistibile accetta di lasciarsi massacrare dai nazisti pur di non tradire la famiglia che gli ha dato asilo quando ha disertato. Perché Robin era un soldato della Wermacht, ma prima ha conosciuto l’orrore degli orfanotrofi e si è venduto per denaro. E in quella casa perduta nella campagna ha conosciuto Susanna, sedicenne pura e sensibile, e l’amore assoluto e incondizionato, per la prima volta nella sua vita disperata. Fino a che punto un essere umano può sopportare la sofferenza per salvare il suo amore? “Il Disertore” racconta questa storia poetica e carnale, sublime e terribile, che ha come filo conduttore il desiderio: di amore, di possesso, di conoscenza, di potere, di vendetta. Una vicenda piena di personaggi forti e indimenticabili, un racconto di coraggio e di passione, il ritratto di un’epoca e il trionfo della forza dell’amore sulla debolezza della carne.
Ester, come è nata la sua passione per la scrittura?
La passione per la scrittura è nata con me, credo. Tanto che ho fatto la giornalista e prima la copywriter in pubblicità e poi ho scritto di tutto, persino i fotoromanzi Lancio e ancora varie opere teatrali, tutte commedie brillanti. Una, “Molly”, ispirata al celebre personaggio dell’Ulisse di Joyce sarà in scena la prossima stagione al Tor Bella Monaca, con la regia di Filippo D’Alessio e con Maria Sofia Palmieri e Maddalena Rizzi.
Cosa ha ispirato questo suo nuovo libro?
Volevo scrivere una storia d’amore, ma soprattutto esplorare un amore in condizioni estreme, quando fra la vita e la morte c’ è un confine molto labile, quando ogni giorno potrebbe essere l’ultimo. Ecco, “Il Disertore” e gli altri romanzi della saga sono nati così.
Ci racconti in sintesi la storia.
I due protagonisti, Robin e Susanna, si incontrano nella Toscana del 1944, in piena Guerra mondiale. Lui ha 19 anni, una bellezza irresistibile e ha disertato dall’esercito tedesco, ma ha un passato terribile e scabroso. Lei è una ragazzina dolce e inesperta della vita, la sua famiglia ha accolto e nascosto il disertore, che poi viene tradito e consegnato ai nazisti, che vogliono sapere a tutti i costi i nomi di chi lo ha nascosto. Susanna scappa di casa e riesce a raggiungerlo in carcere per sostenerlo nella sua battaglia disperata e condividerla con lui, rischiando la vita.
C’è un personaggio nella storia in cui si riflette e che le somiglia?
No, assolutamente, nessuno di loro è me. A dirla tutta io non sono mai stata nemmeno così romantica. I personaggi del libro sono tanti, ciascuno ha un suo carattere e una personalità: ma tutti loro hanno, come tutti noi, momenti di luce e zone d’ombra. Come pure i “cattivi” hanno una motivazione, qualcosa che li muove. Ma in fondo il filo conduttore della storia è il desiderio: di amore, di possesso, di conoscenza, di potere, di vendetta.
Lei è giornalista del Corriere della Sera, quindi molto impegnata, come ha trovato il tempo per dedicarsi alla scrittura? Parliamo di una saga lunga…
E’ vero, lavoro al Corsera e pure tanto. Ma la passione ti porta a trovare il tempo anche quando non c’è.
Il romanzo è uscito a fine giugno…
Sì, l’ho pubblicato con “Le trame di Circe” di Simonetta Caminiti, che ringrazio molto per la fiducia nel mio libro. E’ una casa editrice giovane e dinamica, ma anche molto raffinata, che cura molto la qualità dei testi e la loro veste tipografica.
Sta lavorando ad altri progetti?
Sempre: sto rivedendo le altre puntate della saga e scrivendo un altro romanzo, molto diverso, brillante e divertente.