Ma insomma, ci tocca sempre la stessa storia. Sprovveduti? Incompetenti? Perversi, cinici o bari, il risultato è comunque lo stesso. Diciamo che si gioca al tanto peggio, tanto meglio, almeno per coloro che sperano e speculano sulle disgrazie di un mondo supino. Ma vi sembra possibile che alla vigilia di una consultazione elettorale con l’aggiunta di un referendum si liberino per l’ennesima volta “veline” e “mandati”, con tempismo da guinness? Vi sembra il caso che la Numero Uno del sistema monetario, responsabile dell’Euro, unica motivazione sostanziale che tiene insieme i pezzi della Comunità, sognata da Mazzini e Spinelli su ben altri nobili presupposti, provochi a man salva una perigliosa crisi di nervi, facendo schizzare lo spread al cielo e le borse all’inferno? Mandare al mare gli elettori, piuttosto che affossare l’unico Governo che ci è rimasto, tra caos pandemico, complicata gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e guerra in Ucraina, non è proprio il massimo per far uscire il Paese dal degrado sistemico, in cui è piombato da trent’anni a questa parte e non è neppure il minimo. Il minimo? Sì, perché per andar peggio si potrebbe fare ancora di più, riconsegnando la collettività alla sindrome del dubbio in un momento delicatissimo. Non abbiamo alternative, se non quella di renderci responsabilmente attivi, affinché la necessaria transizione etica si avvii e si compia. Diversamente finiremo per parlare di malus, piuttosto che di bonus, in attesa di un inesistente Godot.