Sono passati appena 71 anni dalla nascita della Repubblica, dopo il Referendum del 1946. Oggi è un giorno di festa per tutti gli italiani di ogni condizione, sesso e censo. Festa che dovrebbe essere avvertita di più e meglio, oltre il formale e l’istituzionale. Intendo dire che dovremmo essere motivati a far festa nel nostro intimo e nei nostri comportamenti collettivi ogni giorno. Forse non guasterebbe recuperare un po’ di amore per la nostra bandiera, attraverso un più appropriato senso dell’appartenenza, ovvero quello che ancora sopravvive nei piccoli centri intorno a torri e campanili o indipendentemente dal territorio, intorno alle maglie dei club calcistici. Francamente, per questa seconda ipotesi, niente sarebbe di più ingiustificato, salvo che per Francesco Totti che, in fatto di attaccamento ai colori calcistici, ha dimostrato di essere davvero il numero uno. Ma per il resto, dobbiamo davvero ripartire dall’essenziale, quello che richiama il decoro e la dignità del nostro convivere civile, della difesa delle tradizioni e delle buone prassi, abolendo la categoria dei furbi e fare del rispetto delle regole l’impegno assoluto di tutti. Rispettare noi stessi per rispettare tutti, riporre fiducia nelle istituzioni, che però non devono tradirla. Per quanto riguarda il tricolore e l’inno, facciamone uso più spesso, ricordando i grandi testimoni di una storia apparentemente breve. Ad Anzio, Nettuno, ad Aprilia, a Tor Caldara sono ancora vive le tracce degli eventi premonitori dell’avvento repubblicano nel 1947 e noi de L’Eco del Litorale ne serbiamo memoria. Onore al merito di tutti gli italiani, viva la Repubblica, viva l’Italia !