Ieri al Foro Italico il Salone d’Onore era traboccante di delegati giunti da ogni dove per il Congresso del CSIT (Confédération Sportive Internationale Travailliste Et Amateur) che ha provveduto alla rielezione di Bruno Molea alla presidenza. Nella prospettiva c’era anche l’edizione romana dei Giochi Mondiali Amatoriali , che comprendono oltre 20 discipline sportive e che coinvolgeranno anche atleti diversamente abili e under 18. Al previsto atto della firma, però, Virginia Raggi non si è presentata, lasciando basita l’Assemblea, dando un ulteriore segnale crepuscolare per il futuro della Città “Eterna”. Nell’ottobre 2018, con 35 voti favorevoli, l’Assemblea capitolina aveva approvato una mozione che impegnava Sindaca e Giunta. “Ospitare a Roma i World Sports Games” – avevano dichiarato Marcello De Vito, Presidente dell’Assemblea capitolina, e Angelo Diario, presidente della Commissione Sport – “rappresenta il completamento ideale al lavoro che stiamo portando avanti sullo sport di base, con l’obiettivo di favorirne la diffusione sul territorio attraverso una maggiore offerta di impianti comunali e promuoverne il valore culturale e sociale. Senza affrontare investimenti per le infrastrutture visto che utilizzeremo il patrimonio già esistente, i Giochi saranno un’opportunità importante per richiamare migliaia di persone da tutto il mondo, accomunate dalla grande passione per la pratica sportiva”. Dunque Roma, crepuscolare, non vale i Giochi Olimpici e neppure quelli amatoriali dei lavoratori, che pure hanno traguardato oltre un secolo di storia…