Di Ruggero Alcanterini
QUANDO RIPORTAI IN PEDANA GIORGIO OBERWEGER, NEL 1993, LUI STAVA PER COMPIERE OTTANTA ANNI ED IO REALIZZAVO UNA MIA “VISIONE” PER “REGINA ATLETICA”, UNA RUBRICA DI RAI TGS. GIORGIO VENNE ALLO STADIO DEI MARMI PER UNA INTERVISTA A 360 GRADI, MA SOPRATTUTTO PER SPIEGARE IL SEGRETO DEL QUARTO DI GIRO IN PIU’, NEL LANCIO DEL DISCO, QUELLO CHE LO PORTO’ SUL PODIO AI GIOCHI DI BERLINO NEL 1936 (3°) E AI CAMPIONATI EUROPEI DEL 1938 (2°) PUR ESSENDO UN DISCOBOLO LEGGERO (1,89 x 88 KG ) E SOPRATTUTTO STRAORDINARIAMENTE ECLETTICO. DA CANOTTIERE A SCIATORE, NUOTATORE, CICLISTA, MOTOCICLISTA, AVIATORE E – PER TORNARE ALL’ATLETICA – ANCHE MARCIATORE, SPRINTER, SALTATORE IN ALTO E IN LUNGO, OSTACOLISTA. INFATTI, OLTRE CHE IL RECORD ITALIANO DEL DISCO, AVEVA NEL SUO PALMARES ANCHE QUELLO DEI 110 OSTACOLI. IL PERSONAGGIO E’ STATO TALMENTE GRANDE, CHE PER RENDERNE L’IDEA, AUGUSTO FRASCA CONFEZIONO’ IL TITOLO “INFINITO OBERWEGER” PER IL LIBRO BIOGRAFICO DEDICATOGLI. MA PER TORNARE A QUELLA MIA INTERVISTA A GIORGIO (CREDO CHE VARREBBE LA PENA RECUPERARNE IL FILMATO NELLE TECHE RAI) LA COSA PIU’ STUPEFACENTE FU CHE SENZA FARSENE UN PROBLEMA PRESE IL DISCO TRA LE MANI, LO STRINSE CON AMORE NELLA DESTRA E SENZA INDUGI CON STUPEFACENTE DINAMICA PLASTICITA’ FECE IL QUARTO DI GIRO IN PIU’, SPEDENDO L’ATTREZZO A RAGGUARDEVOLE DISTANZA. FUMMO TUTTI AMMIRATI E COMMOSSI, IO, I CAMERAMEN E LUI, CHE MAI AVREBBE PENSATO DI DOVER RIPROPORRE DAL VIVO LA SUA TECNICA, COME AVEVA FATTO A LONDRA NEL 1948, QUANDO PER SEGUIRE CONSOLINI E TOSI (ORO E ARGENTO) SI ISCRISSE ALLA GARA E IN PEDANA RIUSCI’ AD ISPIRARE DAL VIVO L’IMPRESA STRAORDINARIA DEI DUE AZZURRI. CREDO CHE ”OBER” POSSA ESSERE CONSIDERATO L’ATLETA MODERNO PIU’ VICINO AI SEMIDEI CHE SCENDEVANO IN CAMPO AD OLYMPIA. SE QUELLA DELL’ATLETICA, DAL 776 A.C., E’ DIVENUTA UNA STORIA INFINITA, LO DOBBIAMO ANCHE A LUI…