Di Ruggero Alcanterini
Penso non ci sia limite alle nostre capacità di sovvertire l’ordine assopito delle cose, il meccanismo routinario che garantisce la mediocrità e l’elusione dalla fatica creativa, dal mettersi in gioco e dall’esporsi. Infatti, ogni volta che ci si propone con qualcosa di diverso, di innovativo, le reazioni vanno dal passivo all’ostativo, dall’infastidito al basito, a volte, solo a volte dal sorpreso al meravigliato. Nella statistica possibile si ha una prevalenza di indisponibilità per precedenti impegni, di patrocini non onerosi, di stucchevoli bandi con punteggio, che appaiono come strade verso il nulla. Allora, viene la voglia di rompere gli schemi, di sovvertire il movimento del pendolo regolare nella sua inutilità di funzione e come da una sorta di conato espellere la propria appartenenza al ciclo perverso, al moto perpetuo che ingabbia la gran parte delle umane risorse. Soltanto pochi ce la fanno ad uscire dal labirinto con le loro idee, proposte, iniziative ed ecco perchè c’è da esultare, quando un Evento come COMUNICARE LO SPORT si materializza, eludendo ogni frapposizione possibile ed immaginabile, invertendo le dinamiche che regolano e impastoiano la nostra società civile, sino a soffocarla: si è avviato un refolo di vento, che fresco di brezza etica potrebbe divenire presto anche un turbine…