Di Ruggero Alcanterini
L’ENEIDE AD ARDEA – Ma cosa scriverebbe Virgilio, se dopo aver narrato le vicissitudini di Enea e Turno, avesse dovuto riprendere la storia di Ardea da un lato decisamente meno epico, avvilente, come quello che sta vivendo in questo periodo ? A fronte della dichiarazione di dissesto finanziario da parte dell’Amministrazione Comunale e il taglio dell’assistenza ai bambini disabili, il groviglio di disservizi collegati ad uno status di palese ingovernabilità di quella che fu la terra del mito, quella promessa da cui la gloria di Roma, quella salvata nel 390 a.C. da Furio Camillo, che da Ardea accorse a Roma per evitarle la capitolazione davanti ai Galli di Brenno? Adesso, con problemi simili a quelli della Capitale, piuttosto che in generale per le amministrazioni municipali italiane, ad Ardea sono gli stessi cittadini a porre l’assedio, occupando l’aula consiliare e sfilando questa sera con le fiaccole per strade che riepilogano la storia, come via Laurentina e via dei Rutuli per arrivare in piazza del Popolo e transitare in via Garibaldi, quindi via Silla, via degli Etruschi, via dei Rutuli, fino al cimitero, per riprendere la Laurentina e tornare nell’aula consiliare “Sandro Pertini” occupata, dove appunto l’assemblea permanente continuerà. La Giunta ha reperito risorse con cui intervenire, ma non di certo coperture tali da assicurare il superamento definitivo del problema e comunque lasciando scoperti altri motivi di rancore popolare, dai rifiuti, ai crepacci nelle strade… E’ pur vero che Ardea registra il quaranta per cento di evasione dei tributi, come capita più o meno ovunque in campo nazionale, ma gli stessi cittadini s’interrogano sul perché pagare, se i servizi difettano o sono pessimi. Insomma, forse siamo di fronte ad un paradosso ardeatino che potrebbe indurre ad una riflessione conseguente ed utile per tutto l’Italico Stivale: ma non è che serve fare un “flash mob” nazionale per far capire a tutti in che stato siamo? Che senza un richiamo realistico alla responsabilità condivisa, al coraggio di governare, alla necessità di garantire per conseguenza i servizi essenziali non si approda da nessuna parte ? Che occorre chiedere obiettività e buon senso all’Europa delle Banche e della Commissione, ruolo adeguato al Parlamento di Bruxelles e Strasburgo, che oggi è più un simulacro che una vera autorità di Governo? Forse dovremmo ricordarci più di Mazzini che di Cavour e pensare di nuovo seriamente a quella Giovine Europa che non si è ancora realizzata, a quella Federazione, agli Stati Uniti d’Europa che dovrebbero garantire non soltanto pari doveri, ma anche pari diritti per studio, lavoro, salute e welfare. Ci sono altre possibilità per togliere l’assedio ad Ardea, metafora e simbolo dell’Italia minacciata di saccheggio contemporaneamente da Galli, Goti ed Unni ?