I rapporti tra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese non sono così idilliaci come Vladimir Putin e Xi Jinping vorrebbero far credere al mondo. Se n’è avuto riprova all’ONU dove, durante la decima conferenza sulla revisione del Trattato di non proliferazione nucleare, le delegazioni dei due Paesi hanno votato in modo opposto.
Oggetto del contendere è, ovviamente, la centrale nucleare ucraina di Zaporizhia, occupata dai russi e diventata teatro di scontro tra i due eserciti, col pericolo che un missile fuori bersaglio possa causare un incidente irreparabile.
I rappresentanti di Mosca hanno rifiutato di sottoscrivere le parti del documento che criticano la gestione russa della suddetta centrale, sostenendo che non sono “equilibrate” e accusando il governo di Kiev per i rischi che si stanno correndo. Accusa che gli ucraini hanno respinto al mittente.
Comunque sia, il voto contrario del delegato russo Vishnevetsky ha bloccato l’approvazione del documento, mentre i rappresentanti degli altri Paesi erano pronti a vidimarlo. Si è sottolineato che i continui bombardamenti – non solo russi – che spesso sfiorano la centrale mettono a rischio la sicurezza europea e mondiale, con il pericolo di creare un’altra Chernobyl.
Lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev ha di fatto portato la discussione a un punto morto, anche se è prevista a breve la visita di una delegazione della AIEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica) che dovrebbe, in teoria, chiarire maggiormente la situazione.
La grande novità, tuttavia, è un’altra. La Cina pare molto preoccupata per quanto sta accadendo nell’area, e piuttosto irritata a causa della posizione russa. A Pechino non piace affatto la mancata approvazione del suddetto Trattato di proliferazione dovuta all’ostracismo russo, e il rappresentante cinese Geng Shuang ha detto in modo esplicito che un incidente a Zaporizhia potrebbe causare conseguenze catastrofiche non solo per l’Ucraina, ma per il mondo intero.
Ha inoltre invitato “tutte le parti in causa” a esercitare la massima moderazione e a rispettare in modo rigoroso le norme del diritto internazionale. Si tratta di un chiaro monito alla Federazione Russa.
Quindi l’alleanza di ferro tra Putin e Xi Jinping è meno solida di quanto appaia, e i cinesi invitano il leader del Cremlino ad abbandonare ogni estremismo, adeguandosi ai criteri di sicurezza fissati dall’ONU e dalle altre organizzazioni internazionali.
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