Nella Sala delle Vedute del Museo diocesano di Albano, mercoledì 27 marzo, il Dirigente del Commissariato di Polizia di Stato di Albano, Marco Gambacorta ha consegnato nelle mani del vescovo Vincenzo Viva l’olio proveniente dal “Giardino della Memoria” di Capaci, che sarà mescolato con altri olii durante la Messa crismale di Giovedì Santo e consegnato alle parrocchie della diocesi.
Presenti alla cerimonia di consegna anche il parroco della Cattedrale, don Giovanni Masella e il Sostituto Commissario della Polizia di Stato di Albano, Walter Fanfarillo.
«L’olio nella nostra tradizione cristiana di fede – ha detto il vescovo Viva, che ha anche ringraziato la Polizia di Stato per il lavoro quotidiano che svolge sul territorio – è un elemento costante, simbolo di regalità, di sapienza, di forza, di guarigione. Questo olio di Capaci, in particolare, ha anche un altro valore simbolico, perché proviene da un posto che è stato luogo di una strage, ma che adesso è diventato luogo di redenzione».
L’olio, infatti, è prodotto da olive coltivate in un giardino sorto a Capaci, nel luogo dove il 23 maggio del 1992 ci fu l’attentato che costò la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ed è l’associazione “Quarto Savona 15” (sigla radio dell’auto di scorta), animata da Tina Montinaro, vedova del capo scorta di Falcone, a curare il giardino, in cui vi sono diverse piante di ulivo, ciascuna dedicata a una persona delle istituzioni uccisa dalla mafia, e in cui lavorano i giovani detenuti del carcere minorile “Malaspina” di Palermo.