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Conclave 2025: i favoriti ed una possibile scelta storica

Tra pochi giorni via al Conclave 2025 per eleggere il nuovo Pontefice: chi sono i nomi in pole e quali sorprese possono esserci

Cardinali
Conclave 2025: i favoriti ed una possibile scelta storica (Ansa Foto) – lecodellitorale
Oggi, lunedì 28 aprile, i cardinali della Chiesa cattolica si ritrovano per la congregazione generale, un incontro di vitale importanza per definire le prossime tappe del conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco, scomparso il 21 aprile scorso.

La data ufficiale del conclave non è ancora stata decisa, ma si prevede che possa iniziare tra il 5 e il 10 maggio, rispettando la tradizione liturgica che stabilisce un periodo tra il 15° e il 20° giorno dopo la morte del pontefice. Il numero di cardinali con diritto di voto attualmente è di 133, a causa delle rinunce per motivi di salute di due elettori: il cardinale spagnolo Antonio Cañizares e l’arcivescovo emerito di Sarajevo Vinko Puljić.

Conclave 2025: Parolin il favorito

Già prima della morte di Papa Francesco, si parlava dei nomi di chi potesse essere scelto come prossimo pontefice. Tra i papabili, spicca Pietro Parolin, attuale segretario di Stato. Con i suoi 70 anni, Parolin rappresenta una figura di grande esperienza e capacità diplomatica, con forti legami in Oriente e in America Latina, avendo ricoperto in passato il ruolo di nunzio in Venezuela.

Cardinale Parolin
Conclave 2025: Parolin il favorito (Ansa Foto) – Lecodellitorale

Non è un segreto che Parolin sia visto da molti come il favorito iniziale, con circa 40 voti già a suo favore. Tuttavia, la storia insegna che il favorito all’inizio del conclave non è sempre il vincente. Un detto molto famoso recita: “Chi entra al conclave da papa, ne esce cardinale”. È un monito che ricorda come le dinamiche del conclave possano cambiare improvvisamente.

In ogni caso, Parolin non è l’unico nome in lizza per la successione. Gli altri favoriti includono Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, e Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. Zuppi, a 69 anni, è noto per il suo impegno nei confronti dei più deboli e per la sua vicinanza alla comunità laica di Sant’Egidio.

È anche stato incaricato da Papa Francesco di mediare nel conflitto ucraino, un ruolo che lo ha posto al centro della diplomazia vaticana. Dall’altra parte, Pizzaballa, 60 anni, rappresenta una visione più internazionale, essendo ben noto per il suo impegno nei territori palestinesi e il suo dialogo con Israele. Se Zuppi è una figura più vicina al cuore del pontificato di Francesco, Pizzaballa potrebbe rappresentare una voce con una visione globale e un rinnovato impegno per la pace.

Il conclave che si avvicina non sembra destinato a durare troppo a lungo, secondo le previsioni di Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, che ha dichiarato che il futuro pontefice dovrà essere una figura capace di “mettere al centro la credibilità del Vangelo”, e che la sua elezione avverrà in tempi rapidi.

Conclave 2025: chance di vittoria anche per Tagle e Besungu

Tra gli altri papabili ci sono anche il cardinale ungherese Péter Erdő, il filippino Luis Tagle, il congolese Fridolin Ambongo Besungu, e il francese Jean-Marc Aveline. Ognuno di questi rappresenta una visione diversa della Chiesa, che riflette le sfide globali che il futuro pontefice dovrà affrontare.

La composizione del conclave di quest’anno è anche molto interessante sotto il profilo geografico e culturale. Dei 135 cardinali con diritto di voto, ben 59 provengono dall’Europa, 37 dall’America, 20 dall’Asia, 16 dall’Africa e 3 dall’Oceania. Un dato significativo è che la maggior parte dei cardinali elettori è stata nominata proprio da Papa Francesco, che ha cercato di rendere la Chiesa sempre più universale e inclusiva.

Sarà affascinante vedere come i cardinali, rappresentanti di continenti e tradizioni così diverse, decideranno il futuro della Chiesa in un momento di grande trasformazione. Con una Chiesa sempre più diversificata e un mondo in rapida evoluzione, il conclave del 2025 non sarà solo una scelta per il futuro della Chiesa, ma anche un segnale per la direzione che la comunità cattolica vorrà prendere nei prossimi decenni.

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