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Celebrazioni dello sbarco, il veterano Harry Shindler ringrazia e fa commuovere i presenti: “Nessuna città accoglie i reduci come Anzio”

“Non c’è nessuna Città al mondo che accoglie noi Reduci come fa la Città di Anzio, che celebra lo Sbarco, ogni anno, come un evento di Popolo. Queste sentite Celebrazioni sono organizzate direttamente dal Comune e non dai Governi, come accade in altri Stati. Grazie a te Sindaco Bruschini, al tuo Staff ed alla Città di Anzio per tutto quello che fate. Partendo dalla mia casa nelle Marche avevo il mal di testa ma, arrivato ad Anzio, mi è passato tutto. Ad Anzio, mi sento a casa mia”.

Sono le prime toccanti parole pronunciate agli studenti del Liceo Scientifico Innocenzo XII, del Liceo Artistico Pablo Picasso e dell’Istituto Colonna Gatti, dal novantacinquenne, Veterano Britannico dello Sbarco di Anzio, Harry Shindler, prima delle proiezione, al Cinema Astoria, del film documentario, di Bruno Bigoni, “My war is not over”, tratto dall’omonimo libro scritto insieme al bravissimo giornalista di Repubblica, Marco Patucchi.

La mattinata, che sarà ricordata a lungo dai presenti, è iniziata con la proiezione del servizio video sul conferimento della Cittadinanza Onoraria di Anzio al Poeta Britannico, Roger Waters (18/02/2014) e con la proiezione della magnifica esecuzione della canzone Angelita di Anzio, in occasione del Concerto della Pace a Villa Corsini Sarsina, da parte di John Mezzadri, dei Marcello’s Ferial, insieme alla Corale Polifonica Città di Anzio ed ai piccoli alunni dell’Istituto Comprensivo Anzio I. La manifestazione è stata coordinata dal Presidente del Museo dello Sbarco di Anzio, Patrizio Colantuono in collaborazione con il Gabinetto del Sindaco.

“Siamo onorati – ha affermato l’Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione, Laura Nolfi – di avere con noi Harry Shindler, per un altro grande appuntamento culturale di queste celebrazioni che, tra mostre, confronti culturali, concerti, cerimonie e proiezioni, hanno visto la partecipazione di migliaia di alunni e studenti. Abbiamo dedicato lo Sbarco alle Donne ed ascoltando il racconto dell’anziate Wilma Fontana, che all’epoca era una bimba di cinque anni, sulle sofferenze dello sfollamento in Calabria e sul triste rientro ad Anzio, quasi completamente rasa al suolo, abbiamo avuto la conferma dell’importanza del ruolo di molte donne in quegli anni drammatici”.

L’Assessore Laura Nolfi ha poi donato la Medaglia dell’Anno Innocenziano al Veterano Shindler ed al giornalista Patucchi, che si è distinto per un sentito intervento in favore della pace, della libertà e della democrazia.

L’intero programma delle Celebrazioni dello Sbarco ha visto la partecipazione attiva del Presidente della Capo d’Anzio, Generale Ugo Marchetti, spettatore entusiasta degli eventi, che si è complimentato per l’ottima organizzazione.

Ad emozionarsi, ancora una volta, è stato il Sindaco di Anzio, Luciano Bruschini, che ha salutato Harry Shindler baciando la sua mano, in segno di stima e di riconoscenza, per il suo eroico passato e per il suo operato come “cacciatore di ricordi” dei soldati scomparsi. “Ogni 22 gennaio, – ha affermato il Sindaco di Anzio, Luciano Bruschini –girando tra le lapidi Cimiteri del Commonwealth e di quello Americano, mi lascia sempre riflettere la giovane età di questi ragazzi: diciotto, diciannove, vent’anni… Loro non hanno potuto vivere la giovinezza. Non hanno avuto la possibilità di diventare padri, non sono diventati nonni, sono venuti a morire, in un territorio a loro sconosciuto, per la libertà. Molti soldati non hanno avuto sepoltura, come nel caso dell’Ufficiale Waters; per questo che il lavoro di ricerca di Harry Shindler è stato fondamentale per dare pace a tante famiglie. Harry grazie, Anzio è la tua Città”.

“La guerra di settantaquattro anni fa – ha affermato Shindler – non è un ricordo così lontano, è un pericolo che può tornare se, tutti i giorni, non si lavora per la democrazia e per la libertà. Sono uno degli ultimi Reduci, dopo di me ci saranno soltanto professori e libri di storia a raccontare l’accaduto, ma non sarà la stessa cosa. Ho visto, con i miei occhi, tanti uomini, tante donne e soprattutto tanti bambini innocenti perdere la vita: in quel momento ti assale lo sconforto più assoluto. Io, che sono sopravvissuto, continuo a parlare per loro: i miei compagni, che hanno perso la vita durante la Battaglia di Anzio, vivono dentro di me”.

Alla fine della mattinata Harry Shindler è stato “sommerso” dagli affettuosi attestati di stima e rispetto dei giovani studenti che hanno partecipato, commossi ed in rigoroso silenzio, alla proiezione del documentario ed agli interventi dei relatori. Selfie, autografi, foto di gruppo, strette di mano ed emozionanti abbracci degli studenti, ad Harry Shindler, hanno chiuso le Celebrazioni del 74° Anniversario dello Sbarco di Anzio che saranno ricordate da chi ha avuto l’opportunità di partecipare ai numerosi eventi culturali organizzati dal Gabinetto del Sindaco di Anzio in collaborazione con il Museo dello Sbarco di Anzio.

FILM DOCUMENTARIO, con la regia di Bruno Bigoni, tratto dal libro di Harry Shindler e Marco Patucchi “My war is not over”:

“Poco più che ventenne, nel 1944, il soldato semplice inglese Harry Shindler sbarcò ad Anzio e risalì l’Italia per combattere una guerra che lo rese adulto, segnando il resto della sua esistenza. Oggi, a 95 anni, Harry vive a San Benedetto del Tronto, è vedovo di una moglie italiana e ha un figlio a Roma, conserva una grande energia e trascorre le sue giornate di veterano facendo luce su casi e vicende irrisolte dell’avanzata alleata in Italia. È un “Cacciatore di Memoria” affidabile ed esperto, al suo indirizzo continuano ad arrivare appelli, richieste di reduci o parenti che vorrebbero conoscere il destino di un soldato scomparso, trovare la sepoltura di un combattente al fronte, rintracciare un relitto… non lo fa per denaro, ma per un debito di memoria. La memoria, la sua natura più intima, soggettiva, quella che svanisce se non si fissa in un segno, è il punto di partenza per raccontare la sfida di Harry e la storia di tutti noi. Raccontata nel film anche una di quelle storie che fanno dubitare sulla casualità del destino: la lunga investigazione che ha permesso a Shindler di ricostruire le ultime ore di Eric Flechter Waters, sottotenente britannico, sbarcato ad Anzio, caduto a febbraio del ‘44, al Fosso della Moletta, sul territorio di Aprilia, e identificare il punto esatto del suo ultimo combattimento. Che il padre fosse morto in battaglia Roger Waters, il figlio musicista, lo ha sempre saputo. Quello che Roger e la sua famiglia non sapevano, però, era dove il padre fosse caduto, e dove riposassero le sue spoglie. Grazie a Shindler, Waters ha recuperato una cronaca che fissa l’accaduto e detta un luogo per onorare la memoria paterna. Ora, proprio nel punto in cui Eric Fletcher perse la vita, brilla una luce e un ulivo sta mettendo radici. L’ha piantato Roger, in compagnia di Shindler e pochi altri, con una cerimonia emozionante e riservata”.

“Non lo faccio per sentirmi dire grazie, ma perché è un dovere salvaguardare la memoria di uomini e fatti che hanno attraversato anni così importanti per la storia di tutti noi”. Harry Shindler

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