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Carceri: nel Lazio è emergenza, ma presto in servizio 140 nuovi agenti penitenziari

Carceri sovraffollate, personale di Polizia penitenziaria penalizzato, sindacati che continuano a evidenziare condizioni inaccettabili all’interno degli istituti di pena. La situazione nel Lazio è giunta al limite, e anche oltre. Purtroppo all’orizzonte non si intravedono soluzioni capaci di favorire miglioramenti significativi. Per di più il 3 agosto prossimo è il termine ultimo entro il quale il Governo potrà intervenire per approvare la riforma penitenziaria e i giorni a disposizione, come osservano i penalisti, sono ormai davvero pochi.

In tutto questo quelle che non mancano ogni giorno sono le notizie di aggressioni e violenze in carcere, tra detenuti e contro gli agenti di Polizia penitenziaria. La cronaca offre un quadro piuttosto preoccupante. Nei giorni scorsi tre agenti penitenziari sono stati aggrediti da un detenuto di origine araba nel carcere romano di Regina Coeli, che, come informa la Fns Cisl Lazio, allo stato attuale risulta occupato da 965 reclusi rispetto ai previsti 619. Non sorprende, quindi, la recente rissa scoppiata al suo interno tra detenuti, costata la frattura di un braccio a un agente e il ferimento di un altro detenuto, finito all’ospedale con un largo taglio alla gola.
Nell’istituto penitenziario di Frosinone un detenuto italiano si è barricato nella sua stanza e si è dato fuoco, ma il pronto intervento degli agenti, alcuni dei quali richiamati in servizio dal turno notturno, ha evitato il peggio tagliando la serratura e spegnendo l’incendio causato dallo stesso detenuto, che ha poi aggredito quattro poliziotti mandandoli in ospedale con setto nasale fratturato e contusioni varie. Non sono certo isolati, inoltre, episodi come il sequestro di droga e telefoni cellulari ai reclusi e ai loro familiari, come accaduto il mese scorso presso il primo piano della Terza Sezione della Casa Circondariale di Cassino.


Una situazione sempre più tesa e pericolosa, come spiega il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per il quale “ci vorrebbe un’adeguata quantità di personale di Polizia per favorire e promuovere l’osservazione e la rieducazione, garantendo allo stesso tempo l’ordine la sicurezza e la tutela dei poliziotti“.
Una delle criticità da risolvere, o quanto meno da affrontare, è proprio questa: “migliorare le condizioni di lavoro del personale, colmando, da un lato, le carenze organiche e dall’altro valorizzando l’operato e la retribuzione economica della polizia penitenziaria“, sottolinea la Fns Cisl Lazio.


I 14 Istituti carcerari esistenti nel Lazio
(su questo territorio è presente il carcere femminile più grande in Europa) sono insomma al collasso e la situazione è peggiorata durante l’ultimo anno e mezzo.
I fattori di crisi sono molti: sovraffollamento; rischio di stress e suicidi; forte presenza di detenuti stranieri; servizio presso le Rems, le Residenze Esecuzione Misure di Sicurezza, cioè quelle strutture ricettive, private, a carattere sanitario, in convenzione con la Regione, che accolgono pazienti con disturbo psichico, autori di reato, ritenuti non dimissibili dagli ospedali psichiatrici giudiziari e che necessitano di cure e di specifici percorsi riabilitativi (esiste un Accordo della Conferenza Unificata del 26 febbraio 2015).
Ancora: inadeguatezza delle strutture penitenziarie; mancanza di cancelli automatizzati; assenza di telecamere di sorveglianza per gli spazi comuni; fatiscenza di alcuni edifici.
In questo modo viene penalizzata la qualità del lavoro svolto dagli agenti di custodia e la vivibilità complessiva all’interno del carcere, considerando tra l’altro che oltre alla condizione delle strutture l’elemento di criticità al momento più grave e urgente riguarda la gestione delle piante organiche.

I numeri chiariscono l’emergenza. Secondo Stefano Anastasia, Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio, i detenuti continuano a crescere, sono ormai diventati 6.400 e il Lazio è la terza Regione italiana per numero di presenze.
Il tasso di affollamento è del 121%, cinque punti più della media nazionale” precisa e “nonostante i ripetuti sfollamenti Regina Coeli arriva al 155%, ma anche Latina, Civitavecchia, Cassino, Viterbo e Velletri sono in grande sofferenza“.

Ma c’è una buona notizia e riguarda proprio la carenza di organico. Il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli (Forza Italia) ha chiesto e ottenuto un incontro nei giorni scorsi con il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Lazio, Abruzzo e Molise, al quale ha rappresentato le problematiche inerenti le carceri del territorio laziale, sottolineando in modo particolare le difficoltà che quotidianamente emergono a causa del ridotto personale attualmente occupato.
Il Provveditore, ha riferito Ciacciarelli, “ha preso atto di queste criticità già note agli uffici e ha anticipato l’ingresso di circa 194 unità per le tre Regioni, Lazio, Abruzzo, Molise, di cui 140 circa nel Lazio“.
Durante l’incontro si è parlato anche della possibilità di incrementare i posti nelle attuali Rems e “si è pensato di poter creare in un arco di tempo ragionevole delle strutture di medio livello, a metà tra il carcere e le residenze stesse. Sarà il Consiglio regionale ad essere interessato – ha concluso Ciacciarelli – e farò presto una proposta al presidente Zingaretti“.
Il consigliere regionale ha infine ricordato che “il 50-60% della popolazione carceraria è straniera, per cui essendo persone senza fissa dimora non si può neanche adottare il discorso degli arresti domiciliari e devono rimanere in carcere. Altro problema da risolvere è la mancanza di disponibilità di braccialetti elettronici“.

Nel frattempo i sindacati, riuniti nelle diverse sigle, continuano a manifestare con affollati sit-in nelle varie città che ospitano gli istituti di pena, per denunciare una situazione che si fa ogni giorno più complicata, non più sostenibile. E pericolosa, per l’incolumità degli agenti, che fino ad oggi nel Lazio hanno subito oltre 40 atti di violenza da parte dei detenuti nel corso della vigilanza dinamica.
Dalla Regione Lazio, che ha da poco istituito un Osservatorio permanente sulla Sanità Penitenziaria per monitorare la realtà della popolazione carceraria e che nell’ultima legge di Bilancio, su proposta del Movimento 5 Stelle, ha previsto interventi di miglioramento per le carceri per 600mila euro, i rappresentanti sindacali si aspettano molto. E non solo loro.

di Antonio De Angelis

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