Una conferenza per fare il punto sui cambiamenti climatici, approfondire le sfide aperte per la messa in sicurezza di infrastrutture e spazi della città, raccontare le azioni già in corso e il percorso della Capitale verso il piano di adattamento che fisserà priorità di intervento e risorse.
L’appuntamento si è svolto stamattina in Campidoglio presso l’Aula Giulio Cesare. Nella sessione iniziale sono intervenuti le rappresentanze istituzionali capitoline e il Direttore Generale per il sostegno alle riforme strutturali della Commissione Europea.
Il contrasto ai cambiamenti climatici è un obiettivo prioritario per Roma, una delle 100 città europee scelte dalla Commissione Europea come laboratorio per accelerare nella direzione della neutralità climatica, con il programma “100 carbon neutral and smart cities by 2030”.
Questo impegno è al centro delle priorità di intervento di Roma Capitale su molti temi cruciali, come la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica, la chiusura del ciclo dei rifiuti, le azioni che riguardano una risorsa fondamentale come l’acqua, quelle sulla forestazione urbana e, in modo trasversale, in molti progetti finanziati dal Pnrr e nelle opere di preparazione al Giubileo.
In particolare, per quanto riguarda l’acqua – oggetto di una specifica sezione del convegno – in un anno di lavoro è stato già mobilitato un piano complessivo, in corso di realizzazione con Acea, per oltre 1,8 miliardi di euro, con una dimensione inedita per la città. Di tali risorse, circa 1,4 miliardi riguardano la sicurezza dell’approvvigionamento idrico e il contrasto alla siccità: 1,2 miliardi per il raddoppio dell’acquedotto del Peschiera che mette in sicurezza la fornitura d’acqua per la Capitale, 150 milioni del bando Pnrr per l’incremento delle reti acquedottistiche e 50 milioni, ancora di risorse Pnrr, per la riduzione delle perdite di rete.
Si aggiungono 430 milioni – tra risorse del Comune e investimenti da Servizio idrico integrato – per la sicurezza dello smaltimento idrico e il contrasto agli allagamenti, che comprendono anche la realizzazione delle reti fognarie in tutte le aree periferiche della città, la manutenzione delle stesse, nonché opere sui depuratori e per la manutenzione delle caditoie. Infine, i 45 milioni di interventi – tra cui ben 43 milioni di risorse comunali – per contrastare il dissesto idrogeologico.
Un’altra sessione specifica ha riguardato il tema della forestazione, uno degli strumenti più importanti del contrasto dei cambiamenti climatici, nonché uno dei pilastri nell’ambito delle azioni di adattamento di Roma Capitale, con il grande piano che punta a mettere a dimora 1 milione di alberi, con azioni che comprendono la ricostituzione di boschi come quello di Monte Antenne, le forestazioni in ambito Decreto Clima di Casal Brunori, Torre Spaccata e Pietralata, l’utilizzo delle risorse Pnrr – attraverso la Città Metropolitana – e le azioni di rigenerazione delle alberature stradali. Sono interventi per i quali l’Amministrazione si avvale del supporto scientifico di università e di istituti di ricerca di eccellenza, così come dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali.
Nell’arco della mattinata, l’incontro ha riunito esperte ed esperti di diverse importanti realtà, a partire dalla Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (ente di ricerca che supporta Roma Capitale nell’elaborazione del piano di adattamento) oltre a relatrici e relatori di Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, Acea, Protezione Civile, Regione Lazio, Anbi, Crea, Ispra, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Diversi i temi affrontati, oltre alle già citate sessioni specifiche sui temi dell’acqua e della forestazione: da una panoramica sugli scenari climatici per l’Italia e il Mediterraneo a un focus sui rischi e le strategie per l’adattamento di Roma.
Roma – è stato ricordato durante il convegno – ha visto aumentare la temperatura media di 2 gradi negli ultimi 50 anni e, anche a causa delle dimensioni della città, ha il numero più alto di impatti da eventi estremi registrati nelle città italiane tra il 2010 e il 2022.
Per questo, l’Amministrazione della Capitale sta per definire un piano che permetterà di dare coerenza ai vari interventi su questi temi, con l’obiettivo primario di proteggere la vita delle persone con azioni di prevenzione, allerta e protezione civile. Allo stesso tempo, la sfida dei cambiamenti climatici verrà colta per ripensare il modo di progettare e gestire gli spazi urbani e le infrastrutture, rendendo la città più vivibile, più sicura e più bella.
Il piano di adattamento vedrà un forte coinvolgimento di enti di ricerca, istituzioni scientifiche e università, per comprendere al meglio i cambiamenti in corso nel territorio di Roma e individuare così le azioni più urgenti – e le rispettive aree in cui realizzarle – per ridurre l’impatto degli eventi estremi e organizzare al meglio la protezione e il supporto nei confronti di cittadine e cittadini, a partire dai più fragili.
Il lavoro sarà portato avanti con una importante collaborazione istituzionale, a livello nazionale ed europeo: con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nella cornice del piano nazionale di adattamento che prevede una stretta cooperazione con gli Enti Locali; e con la Commissione Europea, che da tempo ha posto l’adattamento climatico come obiettivo prioritario. Roma Capitale è la prima città europea a candidarsi al programma di finanziamento del Technical Support Instrument della Commissione sul tema dell’adattamento climatico, con un progetto per intervenire nei quartieri di Roma dove sono più pesanti le conseguenze sanitarie delle ondate di calore, in particolare per le persone più anziane ed economicamente fragili.
I cantieri per rendere la città più sicura, resiliente e vivibile sono quindi già in corso e con il Piano di adattamento climatico si andranno ad ampliare e dettagliare. Oltre alle azioni già citate, diversi sono infatti i progetti fondamentali per rispondere da subito alla sfida climatica, come la definizione di regole per la realizzazione di strade e spazi pubblici che puntino su materiali innovativi, permeabilità del suolo e uso del verde per ridurre l’effetto “isola di calore urbana”, oltre che la realizzazione dei 5 progetti specifici di adattamento già finanziati dal Ministero dell’Ambiente per oltre 5 milioni di euro, da realizzare in diversi Municipi della città.
Dopo questa prima importante tappa pubblica, proseguirà il lavoro per la definizione del Piano di adattamento climatico, in un percorso che oltre alle realtà scientifiche coinvolgerà cittadine e cittadini, associazioni, attori economici e sociali, in un’ottica di rigenerazione e per rendere la città sempre più vivibile, moderna, sostenibile e giusta.