La Giunta capitolina ha deliberato che Roma non applicherà lo stralcio dei debiti nei confronti del fisco in riscossione coattiva fino al 2015. Si avvale così della facoltà prevista dalla Legge di Bilancio 2023 per non rinunciare a circa 280 milioni di euro di entrate ancora non pagate, antecedenti al 2015.
Lo stralcio imporrebbe la copertura finanziaria con risorse nuove che non potrebbero più essere riscosse. La scelta sarà ora sottoposta al voto dell’Assemblea Capitolina.
La Legge di Bilancio del Governo consente a tutti i comuni italiani di poter scegliere, fornendo uno strumento utile soprattutto per le grandi città che hanno spese enormi in termini di dimensioni di servizi e di infrastrutture messi a disposizione di residenti e non residenti. Avvalendosi dunque della norma nazionale e non applicando lo stralcio, Roma non sarà costretta a ridurre servizi alle persone per 60 milioni l’anno per 5 anni, servizi come l’assistenza ai disabili, il trasporto pubblico, gli asili nido. Il lavoro della Giunta si è concentrato sulla capacità di spesa e sul rafforzamento del fronte delle entrate.
Sulla gestione delle entrate, Roma Capitale ha realizzato una serie di interventi di semplificazione, a partire dall’invio della Tari in via telematica su App IO, fino alle attività di incentivazione della compliance fiscale che hanno già portato al ravvedimento operoso di più di 7mila contribuenti senza bisogno di ricorrere ad alcuna forma di rottamazione. Le attività proseguiranno nei prossimi mesi; sarà anche ripristinata l’opportunità di pagare la Tari con addebito su conto corrente.
È inoltre in corso la riorganizzazione della società capitolina di riscossione Aequa Roma, destinata a diventare una realtà fatta di veri e propri sportelli municipali.