Addio al “Bronx” del litorale. Da ieri mattina ad Ardea, alle porte della Capitale, è partita una maxi operazione di sgombero e demolizione delle ultime tre palazzine rimaste in piedi del complesso residenziale Lido delle Salzare, edifici del lungomare acquisiti a patrimonio comunale, occupati irregolarmente in una zona conosciuta alla cronaca per i roghi tossici e vari episodi di criminalità, dove da anni regna il degrado più assoluto.
E così, fin dalle prime ore del mattino – come riporta Il Tempo – un importante schieramento di forze dell’ordine, tra carabinieri, polizia di Stato, polizia locale, guardia di finanza, vigili del fuoco con il supporto anche dei volontari della Croce Rossa, protezione civile e personale dei servizi sociali del Comune, ha provveduto allo sgombero di 44 famiglie, iniziando l’operazione di demolizione volta a bloccare ogni tipo di accesso nelle palazzine E, F, e G.
Operazioni complesse, alle presenza del sindaco Fabrizio Cremonini, l’assessore ai servizi sociali Simone Centore e la consigliere comunale Antonella Cofano dove sono state prese in carico diverse famiglie con persone fragili e minori alla ricerca disperata di un alloggio. Alla richiesta di sgombero degli appartamenti, però, molte famiglie hanno rifiutati di aprire alle forze dell’ordine, pertanto non sono mancati momenti di tensione, con grida e urla da parte degli occupanti, conclusi con l’intervento forzato di qualche portone di ingresso.
Trovati all’interno diversi stranieri provenienti dal Sud America, dall’Europa dell’Est e dall’Africa, alcuni con regolare permesso di soggiorno, altri invece irregolari. Registrata la presenza anche di cittadini italiani, tra questi anche Costantino B. rimasto lievemente ferito al gomito durante l’operazione di sgombero: “Mi hanno portato via con la forza offrendomi di andare in albergo per qualche giorno. Una proposta che ho ovviamente rifiutato. Vivo qui da 6 anni e per anni ho pagato un affitto. Senza contratto, da qualche anno ho smesso di pagare, ora mi ritrovo senza una casa”.
Un blitz coordinato dalla Prefettura di Roma, che arriva dopo svariate ordinanze di demolizione e un ricorso al Tar fatto da 36 occupanti. Un contenzioso durato anni, in un’area coperta da vincolo che ha registrato vari sgomberi, occupazioni, ma anche l’abbattimento di 4 edifici (A, B, C e D) che vede ora la demolizione delle ultime tre palazzine rimaste in piedi. Una storia infinita che si concluderà con la messa in sicurezza e la valorizzazione di una zona che per decenni è stata terra di nessuno.