Case popolari contaminate da amianto, accade a Milano
È così che la gente muore. Mentre parla, sorride e mentre VIVE. Questa è la storia della Sig.ra Corda Paola, deceduta a causa della presenza di amianto nelle case popolari in cui ha vissuto per una vita intera.
Era il 20.08.2015 quando la Sig.ra Corda Paola ha esalato l’ultimo respiro a causa di un mesotelioma pleurico. Una patologia asbesto correlata che insorge nei casi di esposizione amianto. È proprio a causa della presenza di asbesto nelle case popolari in cui viveva, che la vittima ha respirato fibre di amianto per oltre 40 anni.
Sig.ra Corda Paola viveva in un appartamento a Milano, in Via Rimini, quartiere Romolo Famagosta. Assieme ai due figli, a suo marito e ai suoi affetti più cari, ha condotto una vita semplice ma nella quale non mancava nulla, soprattutto non mancava un tetto sulla testa che nei tempi moderni rappresenta uno dei beni più preziosi.
È stato proprio quel tetto sulla testa e quel luogo ricco di ricordi a far ammalare la Sig.ra Paola, ma l’episodio non risulta un caso isolato, in tutta la palazzina si sono raccolte testimonianze di altri sei casi di tumori riconducibili all’amianto e persino il marito della Sig. Corda è deceduto nel 1994 a causa di un problema respiratorio.
L’impiego di amianto nelle costruzioni edili è stato dichiarato fuori legge dal 1992, questo però ha risolto relativamente la situazione, che in Italia si dimostra sempre più allarmante man mano che il tempo avanza.
La responsabilità è dell’ALER di Milano
Questa volta le colpe sarebbero state attribuite all’ ALER che si occupa dell’edilizia pubblica di Milano, alla luce di accurate indagini il Giudice ha dichiarato che è stata effettivamente riscontrata presenza di amianto negli edifici di Via Rimini e che siano state già effettuate delle operazioni di bonifica, ma che tali operazioni sono risultate parziali in quanto c’è ancora presenza di asbesto nelle pareti divisorie degli appartamenti.
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha preso da subito posizione, sollecitando la Regione Lombardia ad effettuare una nuova operazione di messa in sicurezza dei luoghi contaminati e di cercare un modo per sensibilizzare la popolazione al fatto, che la problematica amianto incombe ancora sulla loro salute.
Per il caso della Sig.ra Corda Paola, la Procura della Repubblica di Milano aveva già una prima volta chiesto l’archiviazione del procedimento penale. L’Avv. Ezio Bonanni si era opposto e il GUP aveva respinto la richiesta del PM, disponendo che questi svolgesse ulteriori indagini.
A dare voce alla Sig.ra Paola è il figlio, il Sig. Marchitto Roberto, che afferma:
“Nonostante sia trascorso già del tempo, non mi arrenderò mai. Riusciremo ad ottenere la giustizia che merita mia madre. Una donna che ha sempre lavorato e nonostante tutto riusciva a portare sempre un dolce sorriso da porgere al prossimo. Visti gli altri casi che riguardano gli altri condomini, credo che un’operazione di bonifica sia l’obiettivo principale su cui puntare. La gente che vive nelle case popolari non può morire così, non può essere privato della libertà di vivere!”
È proprio su queste ultime parole espresse dal Sig. Marchitto che speriamo si soffermino le istituzioni competenti, ogni uomo deve esser libero di godersi il proprio mondo, senza paura che esso possa un giorno ucciderlo.