Venerdì 22 luglio, l’unità di strada di Villa Maraini, assieme ai volontari della Croce rossa italiana (Cri) di Roma e Municipio Roma V, sarà a disposizione di chi vorrà fare test rapidi e gratuiti per Hiv ed Epatite C partendo dalla mattina a Tor Bella Monaca, per poi passare dalle ore 16:00 alla stazione Termini, sia nella normale postazione del Camper della Fondazione, che presso il Twins Bar in Via Giolitti. Villa Maraini e Croce rossa italiana dedicheranno l’intera giornata alla prevenzione e sensibilizzazione sulle tossicodipendenze e infezioni sessualmente trasmesse, in previsione della Giornata mondiale contro l’Epatite C, in collaborazione con il Municipio Roma V, che ha deciso di chiedere supporto alla Fondazione per affrontare il problema della droga nei propri quartieri. La giornata si concluderà nell’area pedonale del Pigneto dalle 20:30, dove verranno allestiti anche dei gazebo per offrire uno sportello psicologico con un’equipe di Villa Maraini, a disposizione per colloqui gratuiti sulle dipendenze con un particolare focus sul fenomeno diffuso tra i giovani del Chemsex.
La fondazione Villa Maraini rende noto che sono già in corso operazioni di monitoraggio dei quartieri per mappare i luoghi del consumo di sostanze e procedere a interventi mirati di aggancio e avviamento alle cure dei consumatori, attività di bonifica tramite la raccolta di siringhe e di sensibilizzazione della popolazione, coinvolta per segnalare i luoghi di consumo tramite un form. “È ora che Roma si svegli e non assista impotente alla vittoria della droga, per questo abbiamo deciso di partire dal basso organizzandoci con un Municipio”, ha spiegato il fondatore Villa Maraini-Cri, Massimo Barra. “Grazie all’aiuto di Villa Maraini possiamo mettere in pratica un cambiamento radicale sulla risposta al problema delle droghe – ha proseguito il presidente del Municipio Rom V, Mauro Caliste -. I consumatori di sostanze vanno aiutati e non perseguitati, lo dicono le evidenze scientifiche e baluardi del settore umanitario come Villa Maraini. Finora – ha concluso – dire ‘serve sicurezza’ era un modo per lavarsene le mani e rimandare il problema. La presa in carico è la soluzione più efficace e umana”.