Il Servizio Faunistico della Provincia di Trento nega a LEAL l’accesso al Centro Faunistico Casteller come da richiesta da loro ricevuta lo scorso 28 febbraio. Nonostante le rassicurazioni del Servizio Faunistico che definiscono buono anche in base alle attestazioni del veterinario che li segue, questo diniego genera legittime preoccupazione per le condizioni di salute psico fisica degli orsi JJ4, Gaia e di M49, Papillon che sono ancora detenuti al Casteller, nato come Centro Recupero Fauna Selvatica ma poi trasformato in un carcere per i plantigradi. Gli orsi, che in natura riescono a trovare diverse attività stimolanti tra le quali la stessa ricerca del cibo, sono animali abituati a grandi spazi e a percorrere anche 30 chilometri al giorno mentre la detenzione al Casteller li costringe a vivere in spazi esigui. Il Casteller è stato oggetto di ispezioni e critiche per le condizioni di vita degli orsi. Una relazione dei carabinieri del Cites ottenuta tramite accesso agli atti e diffusa in esclusiva da LEAL nell’ottobre del 2020 aveva evidenziato una situazione di stress psico-fisico molto severa per gli orsi. Per M49, erano state sottolineate le problematiche legate alla sua cattività e resi noti i tentativi di gestire il suo comportamento attraverso l’uso di farmaci. Gian Marco Prampolini, Presidente LEAL commenta: “La risposta del Servizio Faunistico ribadisce che l’accesso all’area è vietato al pubblico. Tuttavia contestiamo il fatto che associazioni nazionali che come LEAL che sono sempre state in prima linea con azioni legali, ricorsi, accessi agli atti e presenza sul territorio, vengano considerate alla stregua di visitatori comuni. Siamo di fatto referenti istituzionali legittimati per il nostro ruolo ad ottenere la possibilità di accedere e accertare la presenza e le condizioni degli orsi detenuti”. |