Di Ruggero Alcanterini
IL COGNOME CHIOSSO E’ ANCHE QUELLO DI LEO, UN AMICO CHE MUTUAI ALL’INIZIO DEGLI ANNI NOVANTA IN QUELLA CHE ERA UNA AUTENTICA FUCINA DI SPORT E CULTURA, L’ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTURA E SPORT. LUI, POETA PAROLIERE APPASSIONATO DI JAZZ, DI NASCITA RUGBISTA (NEL 1936 CON IL GUF TORINO) ERA IN SQUADRA CON SERGIO RAMELLA (VOLATO TRA GLI IPERBOREI IL 16 DICEMBRE 2012) INVENTORE DEI FESTIVAL DI IVREA E TORINO. LEO, ORMAI LONTANO DAL DOLOROSO TRAGICO STRAPPO CON FRED BUSCAGLIONE NEL 1960, MA ANCORA NEL PIENO DELLA VENA CREATIVA AVEVA UNO STUDIO IN VIA CASSIA E GODEVA DEGLI STRAORDINARI SUCCESSI OTTENUTI CON MINA… A RILEGGERE LA STORIA DI LEO, MI SEMBRA INCREDIBILE AVER POTUTO CONDIVIDERE CON LUI UN TRATTO DI STRADA, SIA PURE BREVE, RISPETTO AL SUO LUNGO PERCORSO ARTISTICO E DI VITA (1920 – 2006) DAI “QUATTRO MOSCHETTIERI” IN RADIO CON MORBELLI NEGLI ANNI TRENTA, ALLE MEMORABILI CRIMINAL SONGS COME: CHE BAMBOLA!, ERI PICCOLA COSI’, TERESA NON SPARARE, MA ANCHE SLOW COME LOVE IN PORTOFINO O DIVERTENTI COME PAROLE, PAROLE… TORPEDO BLU, SGANCIA, PEDALA. PURTROPPO “WHISKY FACILE” FU FATALE PROPRIO AL SUO FRATERNO AMICO FRED, IL 3 FEBBRAIO DEL 1960, A ROMA, ALLA VIGILIA DEI XVII GIOCHI OLIMPICI, A BORDO DELLA SUA THUNDERBIRD LILLA, A SOLI 38 ANNI, ALL’INCROCIO TRA VIA PAISIELLO E VIA ROSSINI, AI PARIOLI, ALLE TRE DEL MATTINO, MENTRE TORNAVA A TUTTO GAS ALL’HOTEL RIVOLI, DA UN NIGHT DI VIA MARGUTTA, DOVE NON SAPEVA DI AVER OTTENUTO L’ULTIMO APPLAUSO PRIMA DI DIVENTARE UN MITO DELLA DOLCE VITA E DELLA GRANDE BELLEZZA…