Per quanto grandi che siano gli interessi di un singolo personaggio o popolo, nulla o poco più rappresentano rispetto alla complessità del sistema planetario. Adesso siamo inaspettatamente di fronte all’ennesimo sussulto, che rischia d’interferire gravemente sulla vita del Pianeta, di Earth, già compromessa e al limite del non ritorno. Le dissennate attività umane, sul finire del Secondo Millennio e subito all’inizio del Terzo, sono la principale causa di un disastro prima non avvertito, poi annunciato e adesso ampiamente conclamato e masochisticamente condiviso da chi a Glasgow, in COP 26, ha deciso di rinviare “sine die” la salvezza e varcare la porta dell’inferno, trascinandosi dietro l’universo mondo. L’allarme di questa notte, dopo l’attacco alla mega centrale nucleare di Zaporizhzhia deve farci riflettere sul tema della deterrenza atomica militare, che non è fatta soltanto di testate e bombe, ma anche della cinica strategia che passa anche per il “danno” ambientale. Ecco, non basta pensare alle strutture ridotte in macerie, che generano dolore, disagi e povertà con riverberi su chi le porte della solidarietà e dell’accoglienza le tiene aperte, a prescindere dalle provenienze e dalle cause dei flussi migratori, che stanno via via assumendo parvenze bibliche, ma dobbiamo aggiungere lo spaventoso ulteriore degrado ambientale fatto di fumi tossici, micidiali fibre d’amianto liberate dalle esplosioni, le contaminazioni dall’uranio impoverito dei proiettili esplosi e la distruzione complessiva di quanto con fatica messo in essere nel tempo per rendere civile e meno inquinante la prepotente antropizzazione dei territori. Adesso tocca all’Ucraina, ma ieri e l’altro ieri, ovunque, sono state aperte ferite, la cui purulenza è evidente testimonianza di un non senso o meglio di un senso unico sbagliato, in cui è incanalato il modo di vivere e sopravvivere degli umani, geniali e mefitici protagonisti di una escalation suicida. Purtroppo, non esiste un ordine costituito tale da dover o poter rispettare, che sappia farsi rispettare, se non parvenze dove prevalgono burocrazie e regolamenti, a cominciare dall’ONU. Infine, nel mondo globalizzato non può nemmeno funzionare la vecchia regola dell’OGNUN PER SE E DIO PER TUTTI! per cui, purtroppo è doloroso ammetterlo, siamo di fronte ad un destino più o meno segnato, in attesa della prossima catastrofe pandemica, come della paventata Terza Guerra Mondiale, che in realtà, in forma subdola, perversa, strisciante sembrerebbe, anzi è già in essere.