– GABRIELE VIANELLO (Venezia, 6 maggio 1938). A 22 anni, ha partecipato al Torneo di Pallacanestro, nel ruolo di ala, classificandosi quarto, insieme con Mario Alesini, Antonio Calebotta, Achille Canna, Giovanni Gavagnin, Augusto Giomo, Gianfranco Lombardi, Gianfranco Pieri, Alessandro Riminucci , Gianfranco Sardagna, Paolo Vittori. Dal 2011, Vianello fa parte dell’Italia Basket Hall of Fame. Soprannominato Nane, ha smesso nel 1972. Era conosciuto per il tiro in sospensione con la sinistra ed è il quinto miglior marcatore in una partita di massima serie italiana (67 punti nel campionato 1962-1963). È cresciuto nelle giovanili della Reyer Venezia, disputando poi vari campionati di massima serie con Mazzini Bologna, Varese e Olimpia Milano.. Nella stagione 1961-1962 fu al centro di un contenzioso tra Varese, fresca vincitrice del suo primo scudetto, e Milano. Il presidente della Ignis, Giovanni Borghi non concesse il nulla osta per il trasferimento nel capoluogo lombardo del giocatore, a causa di accordi intercorsi nell’arco del campionato passato tra Vianello e la dirigenza della Simmenthal. Il giocatore non venne schierato nel corso dell’annata, continuando ad allenarsi a Varese, per poi essere impiegato nella seconda squadra della città, la Robur Varese, per lo spareggio che condusse questa, allenata da Enrico Garbosi, nella massima serie. Borghi concesse quindi il trasferimento a Milano. Ha segnato un totale di 5.420 punti in Serie A], di cui 2.087 con Milano. Ha segnato 1.080 punti in 127 partite con la nazionale italiana. Ha partecipato a anche ai Giochi di Tokio nel 1964 e di Città del Messico nel 1968. Inoltre, ha preso parte ai Campionati del Mondo a Rio de Janeiro nel 1963, ai Campionati Europei di Istanbul 1959 – Mosca 1965 – Helsinki 1967. Ha vito sei scudetti tricoloricon Ignis Varese e Simmenthal Milano negli anni 1961; 1962, 1963, 1965, 1966, 1967. Ha vinto inoltre la Coppa dei Campioni con Olimpia Milano: 1965-66, nonché l’Argento ai Giochi del Mediterraneo di Tunisi 1967 e alle Universiadi di Torino 1959.
ANCORA UN PO’ DI VIANELLO
Gabriele Vianello ha 81 anni, è ancora un personaggio amato e riconosciuto a Venezia, vanta una carriera in serie A con Reyer, Bologna, Varese, Milano e ancora Reyer, mai sotto la doppia cifra nei punti segnati. Fermato un anno nel casus belli del suo trasferimento all’Olimpia perché la cosa non era piaciuta al patron varesino Borghi. Rappresentante per la Simmenthal mentre vinceva la Coppa Campioni con “Riminucci, Iellini, Vittori, Masini, Skip Thoren come straniero e Bill Bradley come americano di Coppa: uno squadrone” come riferisce a Daniele Rea del Corriere del Veneto.
Varese. A Varese sono stato tre anni, abbiamo vinto il titolo nel 1961 e sono stato il miglior realizzatore della squadra, dove giocava anche Tonino Zorzi. Una bella squadra, mi pare che ne abbiamo persa solo una in campionato.
Milano. Cinque anni a Milano dove abbiamo vinto quattro scudetti e la Coppa dei Campioni nel 1966. La prima per una squadra italiana. Non c’era il professionismo e neppure i contratti di adesso, se è questo che vuol sapere… C’era un solo americano in campionato e uno straniero di Coppa, stop. Gli altri lavoravano o studiavano.
Ricordi della finale di Coppa. Tantissimi, tutti emozionanti: c’erano ottomila spettatori, tantissimi per l’epoca. Una vittoria spettacolare, il taglio della retina, il rientro a Milano con la coppa…
Con Bill Bradley, la coppia micidiale di esterni. Beh, più lui che io forse, da Bill ho imparato tantissime cose. Siamo diventati amici, veniva spesso a Venezia a trovarmi. Una classe superiore, grande intelligenza. Basta vedere cosa ha fatto poi, finito di giocare.
40 punti segnati al Real Madrid in Coppa, 20 in finale. Avevo un bel tiro in sospensione, mancino, difficilmente marcabile. E non c’era il tiro da tre… Ma ho avuto la fortuna di giocare in squadre molto forti, conta parecchio.
E se Nane Vianello giocasse oggi? E chi può dirlo? Sono quasi due sport diversi, adesso ci sono giocatori con fisici incredibili, una velocità pazzesca… Si tira molto da tre punti, è tutto diverso. Impossibile fare un paragone con i miei tempi.
Rimpianti? Rimpianti? Meglio non averne. Ho smesso di giocare a 34 anni e ho fatto l’insegnante di educazione fisica. E adesso, quando giro per Venezia, la gente mi saluta, mi ferma, si parla tra amici. Essere riconosciuto per aver fatto qualcosa di importante, nella tua città, è il valore più forte da conservare.