– ALESSANDRO GAMBA (Milano, 3 giugno 1932). A 28 anni, Nel ruolo di Capitano, partecipato al Torneo di Pallacanestro, classificandosi quarto, insieme con Mario Alesini, Antonio Calebotta, Achille Canna, Giovanni Gavagnin, Augusto Giomo, Gianfranco Lombardi, Gianfranco Pieri, Alessandro Riminucci, Gianfranco Sardagna, Gabriele Vianello, Paolo Vittori. Membro del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame dal 2006 in qualità di allenatore, e dell’Italia Basket Hall of Fame in qualità di giocatore. Dieci volte campione d’Italia con la maglia dell’Olimpia Milano da giocatore, Gamba ha capitanato la nazionale italiana (nella quale ha debuttato nel 1952) ai Giochi olimpici estivi di Roma 1960. Nel 1963 lascia l’Olimpia per trasferirsi alla Pallacanestro Milano, dove gioca due stagioni, nella prima delle quali conquista la promozione dalla serie A alla Prima Serie: si ritira dal gioco nel 1965 per diventare allenatore. In questa sua seconda parte di carriera ha guidato numerose importanti squadre italiane di serie A, tra le quali la Olimpia Milano (1965-1973 come vice di Rubini), Pallacanestro Varese (1973-1977), Auxilium Pallacanestro Torino (1977-1980) e Virtus Bologna (1985-1987). Nel 1979 Gamba diventa allenatore della nazionale italiana, ruolo che ricoprirà due volte, una prima dal 1979 al 1985, per poi tornare dal 1987 al 1992. Sotto la sua guida la squadra partecipa alle Olimpiadi di Mosca 1980 (portando a casa una medaglia d’argento), Los Angeles 1984, e a sette campionati europei, vincendo un oro nel 1983, un bronzo nel 1985 e un argento nel 1991. Ha disputato inoltre, i Goodwill Games di Seattle del 1990. In riconoscimento dei suoi molti anni d’esperienza come allenatore internazionale e per il suo continuo impegno in corsi e stage in diversi continenti, Gamba è stato scelto come finalista per l’introduzione nella prestigiosa Basketball Hall of Fame nel 2005 e ne è stato eletto membro nel 2006. Fa inoltre parte dell’Italia Basket Hall of Fame. Nel 1996 allenatore del “Resto del Mondo” nel Nike Hoop Summit.
Palmarès di Alessandro Gamba
Giocatore Campionato italiano: Olimpia Milano: 1950-51, 1951-52, 1952-53, 1953-54, 1956-57, 1957-58, 1958-59, 1959-60, 1961-62, 1962-63 –
Allenatore Campionato Italiano Olimpia Milano: 1965-66, 1966-67, 1971-72 – Pall. Varese: 1973-74, 1976-77 Coppa Italia: Olimpia Milano: 1972 Competizioni europee Coppa dei Campioni: 2
Pall. Varese: 1974-75, 1975-76 – Coppa delle Coppe: Olimpia Milano: 1970-71, 1971-72 – Nazionale : Campionato europeo: 1 -1983
LA PAROLA AL COACH -Autobiografia di Alessandro Gamba
Un miracolo.
«Il 25 aprile 1945, nel giorno della Liberazione, mi ero ritrovato nel mezzo di una sparatoria tra partigiani e fascisti in via Washington, dove stavo giocando a calcio con gli altri bambini del quartiere. Mi beccai due pallottole nella mano destra, e il verdetto dei medici fu spietato: era necessaria l’amputazione». Quel bambino era Alessandro (per tutti Sandro) Gamba, nato e cresciuto a Milano. Ebbene: quella mano destra, terribilmente ferita, non fu mai amputata. Anzi, negli anni Cinquanta Sandro divenne un grande giocatore di pallacanestro, vincendo ben dieci scudetti con l’Olimpia, la squadra più famosa d’Italia! Ritiratosi nel 1963, passò poi al ruolo di allenatore mietendo altri successi, in particolare con la stessa Olimpia e con Varese. Fino a diventare il ct della Nazionale italiana con cui ha scritto altre pagine di storia, come l’argento olimpico del 1980. Gamba ha davvero dato tutto se stesso al basket e la sua fama si è espansa anche oltre i confini europei. Non a caso è uno dei soli tre italiani inseriti nella Basketball Hall of Fame, la lista con tutti i personaggi che hanno reso migliore la pallacanestro (gli altri due sono Cesare Rubini, suo mentore, e Dino Meneghin, suo allievo).
Non di solo basket…
Ma certamente i tifosi più esperti sanno già queste cose. Forse dunque, il target ideale per l’autobiografia di Sandro Gamba (riedita a fine 2019) sono coloro che ancora non lo conoscono bene, che magari ne hanno sentito parlare più e più volte ma senza averlo mai visto in azione dal vivo. In ogni caso, per approcciarsi alle 220 pagine è meglio essere già appassionati di basket: allora troverete pane per i vostri denti, a prescindere dall’età. Altrimenti potreste fare un po’ fatica, perché Gamba cita tanti nomi ed eventi dentro i quali rischiereste di perdervi, senza una minima infarinatura alle spalle. Ciò detto, il libro è molto interessante perché parte sempre dalla palla a spicchi ma non contiene solamente pallacanestro. Basta scorrere i titoli dei capitoli per intuirlo: “Questione di metodo”, “Meltin’ Pot”, “La forza della mente”, “Tempo spazio velocità”, … In maniera agile ma non superficiale l’autore, ben spalleggiato dal giornalista Vanni Spinella, tocca tematiche che vanno a braccetto con lo sport: mentalità, motivazione, altruismo. Il tutto attingendo da un vastissimo bagaglio di esperienze ed aneddoti, che rimangono comunque la parte più succosa del racconto.
Stelle e strisce.
Non si procede in ordine cronologico ma la fluidità della lettura non ne risente, ed anzi il susseguirsi di ricordi e riflessioni resta piuttosto scorrevole, favorito da periodi mai troppo lunghi. A metà libro troviamo un archivio fotografico con anche documenti d’epoca. Un ruolo di primo piano lo recitano gli Stati Uniti, la patria del gioco che Sandro Gamba ha esplorato in lungo e in largo, arrivando a stringere amicizia con alcuni degli allenatori più rispettati (Dean Smith, Bobby Knight, John Wooden). Il che gli ha permesso di vedere ed imparare tantissimo. Era presente ad esempio il giorno in cui un giovane Michael Jordan, con la maglia di North Carolina, scoccò il tiro decisivo nella finale del campionato universitario 1982. Più tardi, in qualità di allenatore giovanile, ha visto sbocciare altri talenti mondiali: Arvydas Sabonis, Kevin Garnett, Dirk Nowitzki… Di questo ed altro il grande coach parla nella sua autobiografia, consigliata ad ogni vero amante del basket e obbligatoria per chi, tra gli appassionati, non sapesse ancora molto di lui.
Perché leggere Il mio basket di Sandro Gamba:
perché contiene tanti spunti su diversi aspetti del basket (storici, tecnici, psicologici…); perché un amante del basket non può non conoscere Sandro Gamba!