Eccomi, appena sessant’anni fa, con Giulio Onesti nella fase post olimpica. Ero felice e carico di positiva energia, come tutti i giovani forgiati da quella straordinaria, unica e purtroppo irripetibile esperienza del 1960. La FIDAL con il Presidente Giosuè Poli premiava ed io rappresentavo il CUS Roma… Si aprivano le porte del sociale e del lavoro, giusto negli anni dello sviluppo. Prendo spunto da questo ed altri ricordi di quegli anni, per riflettere sulla situazione attuale e a proposito dei giovani in particolare. Desolatamente, giungo alla conclusione che purtroppo, oltre l’effimera distribuzione di bonus a vario titolo, oggi non disponiamo di una adeguata attenzione per le giovani generazioni. In via prioritaria, occorrono opportunità educative, esperienziali, vocazionali, formative e quindi di crescita in un contesto in cui la cultura e lo sport si possano coniugare con la salute fisica e mentale, in cui la società civile si possa articolare sul merito, piuttosto che sui bisogni. Ecco, il merito. La mia convinzione è quella che questo debba costituire la vera chiave d’accesso, il passepartout unico, con cui affrontare l’universo mondo. Come ci capita ogni giorno, osserviamo al contrario un panorama di eventi, l’emergere di fattori comportamentali davvero sconcertanti. Per questo, credo che se ancora siamo capaci di reagire, se abbiamo un barlume di energia positiva, un soprassalto di coscienza, dobbiamo dare un taglio netto alle furbate, alle scorciatoie e al non rispetto delle regole. Occorre restituire credibilità al sistema. Peraltro consolarsi con lo sballo, in nome di una presunta libertà, equivale a mettere la testa su di un ceppo e consegnare ai carnefici in proprio futuro. Consentire che questo avvenga – senza contrastarlo preventivamente – ci relega al ruolo di campioni del soccorso con la prospettiva di franare agli ultimi posti nella classifica dell’assistenza. Dobbiamo nutrire fiducia e speranza nei “millennials”, di cui il povero Willy Monteiro era esemplare esponente, ma dobbiamo anche evitare di tradirli con l’inadeguatezza. Il progetto futuro del Bel Paese che riguarda i ragazzi è nelle nostre mani e si decide adesso. A buoni intenditori, poche parole.