Quattromilatrentadue kilometri. Tanta è la strada percorsa da Lorenzo Giorgi e Tommaso Santoro, i due vespisti nettunesi che insieme al terzo vespista Marco Mingarelli di Velletri hanno effettuato la traversata d’Europa per raggiungere Londra e ritornare a casa. Quattro milioni e trentadue mila metri percorsi su tre Vespe PX 1^ serie, veicoli storici immatricolati tra il 1978 ed il 1982; veicoli che hanno resistito oltre qualsiasi immaginazione alla fatica del viaggio; mezzi che, come asini docili ma testardi, hanno condotto i loro proprietari lungo un percorso vario e incantevole, dai lunghi e freschi rettilinei delle colline belghe ai tornanti del Passo dello Spluga, dalle caotiche strade di Londra alle bagnate campagne francesi, dal caldo della costa tirrenica italiana alla neve dei Pirenei.
Partiti sabato 2 giugno da Nettuno e successivamente dal bar “Casa&Bottega” di Velletri, sede del Vespa Club “Volsci”, i tre vespisti hanno raggiunto il museo Piaggio di Pontedera (PI) per una fugace visita, per poi dirigersi verso Milano nel giorno seguente, dove sono stati accolti da Andrea Semeraro del VSP Bike e dal suo amico Nando che in brianza hanno la loro officina; Andrea e Nando hanno ospitato i tre ragazzi per qualche piccolo intervento di manutenzione e per un ricchissimo aperitivo brianzolo, consumato sopra ad un banco attrezzi Beta, perfettamente idoneo allo scopo. Il terzo giorno i vespisti hanno percorso la sponda est del lago di Como per affrontare poi il passo dello Spluga: 1865 metri di quota per raggiungere il punto che separa l’Italia dalla Svizzera; osservati quasi con ironia dai motociclisti che percorrevano spediti la medesima via, le tre Vespe hanno dapprima raggiunto – lente ma costanti – la meravigliosa diga Stuetta, per poi valicare il Passo dello Spluga ed entrare così nella Confederazione Elvetica; gallerie scavate nella montagna, tornanti stretti come abbracci, marmotte che guardavano incuriosite e panorami mozzafiato sono solo alcune delle peculiarità di un percorso che può sicuramente definirsi tra i più affascinanti delle Alpi. Entrati poi in Liechtenstein, un ricco acquazzone ha dato il benvenuto ai viaggiatori, che hanno quindi fatto breve sosta a Vaduz, la capitale del piccolo principato. Il giorno seguente, 5 giugno, il percorso è stato piacevole e lento, partendo dal Liechtenstein si è entrati in Austria, in Svizzera, in Germania per giungere nel pomeriggio in Francia e sostare a Strasburgo, incantevole città fatta di canali, giovani universitari e di un centro storico affascinante ed antico. Il Lussemburgo, altra piccola ed interessante realtà europea, è stato invece tappa del 6 giugno; il giorno seguente i tre si sono diretti a Bruxelles, entrando quindi in Belgio; nonostante un traffico inaspettato, degne di nota sono la meravigliosa piazza centrale, le vie del centro storico e le chiese; interessante anche il passaggio radente al Parlamento Europeo. Città sicuramente non economica che ha spinto quindi i tre viaggiatori a trovare alloggio a Gent, a Nord Ovest di Bruxelles, lasciando a bocca aperta i tre vespisti per i suoi incantevoli scorci del centro storico sui vari canali che si districano tra le vie principali. L’8 giugno è stata la volta della traversata della manica, effettuata tramite traghetto dal porto di Dunkirk per raggiungere quello di Dover, nel Sud Est dell’Inghilterra. Si guida a sinistra e si misura in miglia, ma l’emozione per essere così vicini alla riuscita dell’impresa alimenta la concentrazione ed i tre, non senza qualche difficoltà, raggiungono l’osservatorio di Greenwich, posto a Sud Est rispetto a Londra. Un luogo simbolo, il meridiano zero, che rappresenta il successo, la vittoria, la riuscita della spedizione.
Girare per le strade di Londra a bordo di una Vespa è un’esperienza unica, particolare, intima; l’odore del due tempi si arricchisce di un retrogusto vintage; Buckingam Palace, Piccadilly Circus, Camden Town sono tra le tappe obbligate per scattare qualche foto, ma altrettanto affascinante è percorrere delle strade qualsiasi, quelle che non si fanno mai da turista, quelle che apparentemente non hanno motivo di essere percorse; ed invece è proprio nelle strade comuni che ci si sente parte di un tutto, che si vive la città nella sua essenza, che si osservano scorci insoliti, che si respira aria di Londra. Degno di nota è il passaggio al Ace Cafè, lo storico locale punto di ritrovo dei motociclisti di ogni angolo del mondo, stavolta insolitamente visitato dalle tre Vespe Made in Italy. Domenica 10 è il momento di salutare Irene, amica dei tre che li ha pazientemente ospitati per due giorni, e ritornare a Dover per riprendere il traghetto con destinazione Dunkirk, potendo così procedere verso Amiens, cittadina nel nord della Francia. Il giorno seguente saltano i piani di visitare Parigi: la capitale francese, infatti, da circa due anni ha disposto il divieto di circolazione per tutti i veicoli immatricolati prima del 1997, ad esclusione delle ore notturne, del sabato e della domenica. Una foto sotto la torre Eiffel sarebbe stato sicuramente un bel tassello da aggiungere al mosaico delle immagini e degli istanti immortalati in questa spedizione, ma le nuove leggi in materia di ecologia che i vari paesi stanno attuando lo hanno impedito. Delle tante nazioni attraversate, la Francia sembra essere stata quella con maggiori limitazioni, chiusure dei centri storici e divieti; si potrebbero articolare molte disquisizioni sul senso o meno di tutti questi divieti, certo è che, talvolta, i transalpini farebbero meglio a riflettere sul fatto che probabilmente il suolo delle proprie città non è ricoperto di platino e la sua aria non rischia di essere mortalmente inquinata; misure restrittive come quelle di Parigi, inoltre, fanno “di tutta l’erba un fascio” e prevedono, se imitate, di compromettere seriamente tutto l’universo delle auto e moto d’epoca, che rischiano così di essere messe al bando, perdere valore ed interesse, rinchiudendo veri e propri pezzi di storia nel garage del dimenticatoio e dell’oblio.
Una scivolata sul bagnato e qualche altro piccolo inconveniente accompagnano i tre vespisti nella discesa verso il sud della Francia, che prevede lungo il cammino le soste a Orleans, Limoges e Tolosa, città belle, affascinanti e ricche di storia. Giovedi 14 è la volta di lasciare la nazione transalpina percorrendo le strade che da Tolosa conducono al Principato di Andorra, un piccolo paese tra i Pirenei. La salita di questa catena montuosa, che divide la Francia dalla Spagna, non è tuttavia semplice: il passo da valicare, il “Port d’Envalira”, si trova a 2408 metri di quota, dove il freddo e qualche sprazzo di neve permangono anche in giugno.
Andorra la Vella, la capitale del principato, è una cittadina curiosa e accogliente, fatta di palazzi prettamente urbani che contrastano le montagne che la circondano; un paese da visitare sicuramente, senza l’ambizione di spendervi più di qualche giorno.
Il 15 giugno è la data dell’ultima tappa: lo spostamento è verso Barcellona, la capitale della catalogna e rinomata città della penisola iberica. La discesa dai Pirenei è piacevole e coreografica, colorata di rosse colline, laghi e dighe. Prima di raggiungere Barcellona però i tre approfittano della presenza in zona del “circo” della Moto GP e tentano la sortita al circuito del Montmelo, nella speranza di entrare e ottenere qualche autografo sulle proprie vespe. Nonostante l’ottimo tentativo di impietosire l’addetto al cancello d’ingresso principale, inventandosi di essere attesi dal giornalista Guido Meda, i vespisti non sono riusciti nell’impresa ed hanno così mestamente fatto ritorno sul percorso principale.
Barcellona accoglie i tre con un clima tipicamente mediterraneo ed il fresco ed umido del resto d’europa sono ormai un ricordo lontano. Giunti sulla spiaggia della città, c’è tutto il tempo di celebrare la fine del percorso con un sigaro cubano e qualcosa da bere.
Nel giorno seguente, i tre fanno ritorno col traghetto da Barcellona a Civitavecchia, concludendo così definitivamente il viaggio.
Viaggiare in moto è un’esperienza magnifica; viaggiare in Vespa è una magnifica esperienza da folli. La Vespa PX 1^ serie è un veicolo pensato cinquant’anni fa e prodotto quarant’anni fa che sicuramente non è stato progettato per raggiungere l’Inghilterra e farne ritorno. Ciò che le permette di farlo è l’immaginazione, la fantasia e la capacità di sognare tipiche di alcuni viaggiatori; quei viaggiatori in grado di fare del mezzo di locomozione, il motivo stesso del viaggio.
Marco Mingarelli, Lorenzo Giorgi e Tommaso Santoro hanno percorso in giro per l’Europa, dal 2 al 17 giugno 2018, quattromilatrentadue kilometri a bordo di tre Vespe PX 1^ serie, consumando 10 litri d’olio, 420 litri di benzina, dormendo i 14 posti differenti e vivendo un’infinità di esperienze uniche.