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Verde e città: le carte di Roma verso Expo 2030

Roma continua il suo percorso di candidatura a Expo 2030. La competizione è apertissima: solo a novembre 2023 si saprà il nome della città che avrà l’onore di ospitare l’Esposizione internazionale.

Il progetto di investimento che, in occasione di Expo punta a fare della Capitale d’Italia una grande città della scienza, dell’innovazione, della ricerca, dello sport e del verde è stato illustrato al segretario generale del BIE (Bureau International des Expositions) Dimitri Kerkentzes.

Attraverso un percorso che ha tagliato il parco dell’Appia Antica e il parco degli Acquedotti, la visita del segretario è terminata presso la Vela di Calaltrava a Tor Vergata, sito scelto per ospitare Expo e che sarà completamente riqualificato.

Roma ha infatti un piano di investimenti complessivo sopra il miliardo, nello specifico proprio per il sito di Tor Vergata. Tuttavia, il progetto integrale di Expo è da 5,8 miliardi, con una stima di ritorno pari a 50 miliardi e di 250-300 mila posti di lavoro. L’investimento diventa da 18 miliardi se si contemplano le opere che verranno fatte per il Giubileo e con i fondi del Pnrr.

L’intreccio che il progetto di Roma prevede, tra verde e città, è una caratteristica peculiare, rispetto alle altre città candidate ad ospitare Expo. La Capitale punta, inoltre, a garantire a tutti i Paesi le stesse opportunità di visibilità, anche a quelli emergenti. Non ci saranno posti in seconda fila: la dimensione del sito di Tor Vergata garantisce un’ideale collocazione dei padiglioni. Sia l’ingresso che l’uscita dall’Esposizione si effettueranno attraverso una foresta, non attraverso ‘gate’ di metallo. Verrà inoltre scavata e aperta una villa romana, in un progetto di ricucitura verso la città.

Nel corso dell’incontro con il segretario del BIE è stato affrontato anche il tema trasporti: entro il 2030 la metropolitana C arriverà a Piazza Venezia da una parte e a Tor Vergata dall’altra.

 

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