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DA VENERE LA VITA CHE FU E SARA’ – L’editoriale del Direttore

Con buona pace di Ennio Flaiano, che già nel 1954 con uno spritz creativo preconizzava l’atterraggio di Un Marziano a Roma negli anni olimpici de La Dolce Vita e il nostro mefitico caos attuale, tutto sembra essere invece riconducibile ad un Pianeta, la cui identificazione diventa adesso lapalissiana. Venere, stando agli ultimi soprassalti scientifici, ancora conserva tracce della vita originaria attraverso la fosfina che, come fantasma, si aggira nella sua atmosfera. Spore di vita in decomposizione, di quel che fu ed ora è angosciante presagio di quel che inesorabilmente sarà per la Terra, ormai avviluppata nelle metastasi di un degrado inarrestabile, causato da noi umani transfughi interplanetari. Adesso, mentre il ghiaccio dei Poli si sgretola, la Groenlandia e la Siberia di spogliano del permafrost, le foreste pluviali vanno in fumo e la plastica diventa il nostro sudario, ci rendiamo conto che l’opportunità di essere felici è trascorsa senza che ce ne rendessimo conto, che come la fama, secondo l’irrituale veggente di Pescara, appunto Flaiano, il Paradiso Terrestre ebbe durata effimera, giusto lo spazio tempo di un click tra Eva ed Adamo.

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