Il ritornello, che traeva spunto dai trascorsi militari, tra sabbia e fango, acqua marina e neve immacolata, l’orecchiabile invenzione canora di Gino Latilla, torna adesso con tutto il suo metaforico, paradossale significato. Sì, perché sorge spontaneo il paragone tra la vecchia onusta calzatura veterana di mille avventure e chi ne aveva fatto uso con dicibile vantaggio. Chiaramente, il mio riferimento d’obbligo è per il discutibile trattamento riservato agli anziani del Bel Paese, che hanno l’onere di tenere dritta la barra, di sostenere l’economia delle famiglie con le loro pensioni e con i loro risparmi; che scelgono di ritirarsi nelle case di riposo per lasciare il campo abitativo a figli e nipoti; che sostengono l’economia del turismo, del commercio, della cultura e dello spettacolo con la loro partecipazione e presenza senza vincoli feriali; che mantengono il rapporto con la memoria immateriale e materiale per quanto conservano della loro esperienza di vita; che pagano il prezzo più alto in caso di mala sanità e di aggressione pandemica. E allora? Allora, se questi lai danno l’impressione di una scoperta equivalente a quella dell’acqua calda, se affermare che tra tanti redditi di fantasia e bonus a gogò, non c’è stato il minimo accenno di soccorso per pensionati, anziani o se preferite “over settanta”, a mio avviso il Governo e per esso chi di welfare e di economia si occupa, dovrebbero fare mente locale, almeno per quanto riguarda normative palesemente anticostituzionali, che rendono i “sopravvissuti” dei cittadini di serie D. Cari colleghi veterani, provate a chiedere un prestito, un mutuo, a fare una polizza assicurativa sulla vita e la salute, a chiedere un noleggio auto a lungo termine… Se avete traguardato felicemente i settantacinque, potete farvi il sego della croce, perché agli ottanta potreste essere invitati a visitare direttamente agenzie dall’aria fantasiosa, ma inequivocabilmente vocate all’organizzazione di viaggi senza ritorno. Ecco, mi sembra che questo disinteresse per i valori certi e per le necessita di vita degli anziani, per chi comunque risulta cittadino a tutti gli effetti, dal diritto di voto alla responsabilità penale, sia profondamente sbagliato e ingiusto, perché in definitiva si tratterebbe soltanto di onestà intellettuale e buona volontà del legislatore. Magari si tratterebbe di costituire un fondo di garanzia a tutela di chi comunque specula sui vecchi scarponi, ma non intende rinunciare al lucro, sino all’ultimo centesimo. In conclusione, se è giusto lamentarsi di tanta palese insensibilità e ingiustizia nei confronti di chi di fatto figura in soffitta, tra mille cose che si pensa non servano più, peraltro con una attesa di vita che sembra allungarsi nonostante tutto, dall’altra parte è opportuno non farsi illusioni, rispetto al peloso autolesivo cinismo che contraddistingue tutti gli esseri animali in natura e che, in questo caso, per gli umani, non fa alcuna differenza.
…Lassù in un ripostiglio polveroso
Tra mille cose che non servon più
Ho visto malinconico e deluso
Un caro amico della gioventù
Qualche filo d’erba
Col fango disseccato
Tra i chiodi ancor pareva conservar
Era uno scarpone militar
Vecchio scarpone
Quanto tempo è passato
Quanti ricordi fai rivivere tu
Quante canzoni
Sul tuo passo ho cantato
Che non scordo più
Sopra le dune del deserto infinito
Lungo le sponde accarezzate dal mar
Per giorni e notti
Insieme a te ho camminato
Senza riposar
Lassù fra le bianche cime
Di nevi eterne immacolate al sol… ( Gino Latilla )