9 maggio 2018
Vanni Loriga sul Fair Play
Fair play : cosa è cambiato in 40 anni ?
Nella sala stampa dello Stadio Olimpico in Roma, a cavallo delle due partite di calcio che hanno visto la squadra dell’Inter Milano FC prevalere sulle formazioni della Capitale, le massime autorità dello sport nazionale (Gianni Petrucci e Raffaele Pagnozzi) hanno presentato, insieme a Franco Arese presidente dell’atletica italiana, il Golden Gala del 10 giugno prossimo. Nell’occasione abbiamo anche preso visione di un libro dedicato alle “Stelle senza polvere”, che nel suo sottotitolo (Atletica leggera “palestra di vita”) racchiude un messaggio che viene trasmesso ai giovani, raccontando vita e imprese di tanti atleti italiani, campionissimi e no. L’autore è un giornalista toscano, dalla penna arguta e sincera, che si chiama Roberto Corsi e che è animato dallo zelo del neofita. Gli siamo grati di quanto ha scritto e soprattutto di un aneddoto relativo al fair play raccontato da Eddy Ottoz, uomo di classe e di intelligenza brillante.
“Non ho mai fatto una partenza falsa in vita mia – racconta Eddy al registratore di Corsi – ed ero uno che partiva allo sparo. Non che fossi il più bravo, ma insomma partivo bene. Ai Campionati europei di Atene (anno 1969, n.d.r.), nella mia ultima gara, eravamo sui blocchi di partenza e vicino a me uno ha fatto una falsa partenza. Quando uno partiva falso, io gli andavo dietro. Ero abbastanza reattivo. A fare la falsa partenza era stato l’inglese Alan Pascoe che andò dallo starter e chiamò l’interprete per dire: < Guardi che la partenza falsa non l’ha fatta Ottoz, l’ho fatta io>. Lo starter fece rispondere dall’interprete: < Gli dica che stia zitto, la partenza falsa l’ha fatta l’italiano e se insiste lo caccio dalla gara>. Poi siamo partiti ed io ho vinto la gara”
“ Oggi non capiterebbe mai che uno si attribuisca una partenza falsa: invece che corretto sarebbe considerato un deficiente. Da quando sono entrati in circuito gli interessi ed i soldi, vero motore del doping, non è più possibile una cosa del genere. Non è che i delinquenti siano stati inventati nel 1970, ma lo spartiacque fra l’atletica di allora e quella di oggi e che allora questi gesti erano possibili, oggi no”.
Una testimonianza veramente di altri tempi: a quarant’anni di distanza, nel tempio sacro dello sport olimpico si gioca in stato di assedio, con calcioni che volano a tradimento, con gente che denuncia corruzioni a vincere, con partite contrassegnate dall’eccesso oppure dalla latitanza di agonismo. Che i troppi soldi facciano male allo sport ed alla vita stessa?
Vanni Loriga 09.05.2010 (foto Mezzelani)