Siamo alla vigilia degli “STATI GENERALI DELLO SPORT”, che andranno in onda lunedì e martedì al Foro Italico nel pieno di un polverone mediatico legato al flop del calcio, che da qualcuno viene rappresentato come metafora della vita . Anche per questo, dubito che per l’ennesima volta si perda – la – e non soltanto – una – buona occasione per riflettere sul reale stato dell’arte, soverchiati da una sterile polemica intorno alle dimissioni o alle dismissioni dei vertici della FIGC. Due giorni fa, mi trovavo ad Ancona con i rappresentanti del CONI (Responsabilità Sociale e Regionale Marche) e del Ministero del Lavoro (Politiche Sociali) per festeggiare i bambini della “Gianni Rodari”, “Campioni di Fair Play”, protagonisti del Concorso Nazionale “Sport di Classe” dedicato alle Scuole Primarie. A quei bambini festosi, della fuoriuscita dell’Italia dal prossimo Mondiale di Calcio in Russia non importava nulla e tanto meno della sorte di Ventura e Tavecchio, piuttosto che del ruolo strategico di Insigne, ma diversamente avevano ben chiari i valori etici collegati al gioco leale e per questo hanno fatto ressa intorno al giovane titolato mezzofondista delle Fiamme Gialle, Yassin Bouih, perfetto italiano di prima generazione, integrato, figlio di genitori marocchini immigrati regolari. Con piacere, mi sono sentito rubare proprio da lui il “mestiere”, quando ha raccomandato ai bambini di iniziare ogni giorno con sorrisi e saluti, per conoscere e farsi conoscere, per creare un clima di amicizia e di fair play a prescindere. Per quanto riguarda il futuro della pratica e della cultura sportiva in Italia, come deterrente per una migliore qualità dell’educazione e della salute, quindi della vita, c’è poco da discutere se non si onora l’impegno morale con Francesco De Sanctis e non si attua nello spirito e nella sostanza la sua legge sull’attività motoria (ginnastica educativa) nelle “elementari”, che è del 1878. Salvo eccezioni a spot, tra CONI e MIUR, piuttosto che per iniziative di Regioni come le Marche e l’Abruzzo, i bambini italiani rimangono a girarsi i pollici tra i banchi per un mancato investimento dello Stato che vale quattrocento milioni l’anno. Tanto per capirci, in questo momento, in Cina, a Pechino, si sta per tenere la prima edizione della China World Football Exibition, mentre, su idea del Presidente Xi Jinping, trecento milioni di studenti stanno già studiando il calcio, che diviene disciplina e materia di base per il programma scolastico collegato ad un progetto di sviluppo, che prevede la nascita di una rete strutturata intorno a mille nuovi mega impianti con formula “mall”, club e attività collegate, che entro il 2030 dovrebbero produrre dodici milioni di nuovi posti di lavoro e tre punti di PIL in più, a fronte di un investimento mostruoso, ma giustificato dell’equivalente di mille e cinquecento miliardi di euro. Solo alla fine di un percorso così virtuoso, anche in Cina, si potrà pensare, senza esserne certi, di cogliere la palma della vittoria sul campo globalizzato del calcio, avendo ottenuto comunque un risultato sociale strepitoso attraverso lo sport senza esclusioni, ovvero della serie “COMUNQUE VADA SARA’ UN SUCCESSO !“ ***2017 China World Football Expo (CWFE) – comprehensive exhibition for football enthusiasts and sporting professionals. New education solutions, research technologies, innovative equipment for sport and entertainment – this and much more will be presented at the exhibition on December 8-10 in Beijing.