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Editoriale

TUTTI I SANTI DELLO SPORT IN PARADISO ? 

E sì, oggi ognuno gode comunque del suo onomastico, del suo Santo in comunione con gli altri in Paradiso. Ma noi, che abbiamo avuto la consegna di onorare i gloriosi dello sport, tutti – anche quelli ancora intrisi di sudore e polvere, quelli mai sul podio, ma che vi hanno fatto salire gli altri , che hanno spinto indefessamente la immane dinamica di un movimento, senza confini né limiti per valenza, dallo zero all’iperbole sovrumana dei record planetari, i profeti e gli animatori delle moltitudini coinvolte nel paradosso della competizione combinata con la salute – abbiamo il compito, il dovere di non dimenticare. Non ignorare anche chi è finito all’Inferno, piuttosto che nel Limbo o è volato direttamente tra gli Iperborei, appunto in Borea, dove non necessariamente si è beati riconosciuti e come tali celebrati. Insomma, ci piace ricordare che non tutti i meritevoli occupano il giusto spazio nella considerazione e nella memoria, nell’immaginario collettivo, a volte per via di una virtù non secondaria, come l’umiltà, a volte per un difetto primario, come l’insensibilità . Dunque, ormai da quattro anni, nel Foro Italico, quota parte dei miti italiani dello sport, viventi compresi, è disseminata lungo il calpestio del Viale delle Olimpiadi, verso la Fontana della Sfera… E gli altri? Gli altri, viventi esclusi, quelli che delle parabole hanno fatto strame e sono rotolati tra le discendenti, quelli che hanno solo dato per ruolo o destino, sono accalcati tra la Casa delle Armi e il pendio di Villa Madama, sul Viale dei Gladiatori, in compagnia della solitaria marmorea naiade, la Venere che del Foro si è fatta nel tempo vestale. Appunto, sommessamente, ininterrottamente , idealmente restiamo con coloro che sono e rimarranno esclusi, gli ignoti militi di un esercito di eroi, di highlander dell’agone, di donne e uomini che hanno comunque dato e non meritano l’oblio. E allora ? Allora fatevi avanti con fronde d’ulivo e d’alloro, con palme e mimose, leviamo il coro del “Siamo noi, siamo noi!”, mentre sfilano Ridolfi, Ferretti, Onesti, Lo Bello, Pantani, Berra, Zamagni, Brera, Rovelli, Zauli, Mitri, Airoldi, Oberweger, Strada, Testoni, Guabello, Darè, Gabric, Tosi, Missoni, Ragni, Paternoster, Saini, Obermann, Gnocchi, Bosco, De Sanctis, Casati, Sella, Garibaldi, Mastai Ferretti, Ratti, Leopardi, De Amicis, Mosso, Costamagna, Baumann, D’annunzio, De Martino, Garroni, Mazzuca, Fabian, Roghi, Ghirelli, Valenti, Guglielmo Moretti, Arpino, Usvardi, Calvino, Luigi Moretti, Canevari, Del Debbio, Ricci, Pasolini, Meazza, Pozzo, Nebiolo, Bernardini, Romagna, Tammaro, Rovelli, Ortensi, Carosio, Valenti, Mario Ferretti, Stassano, Dordoni … Si tratta di una silente folla di immaginifici, immensa, di migliaia di straordinari personaggi che dello sport italiano hanno fatto l’essenza, il carattere, l’unicità, il nerbo sociale, ovvero tutto ciò che lo distingue, lo fa diverso nel bene e nel male. Oggi, tutti insieme li onoriamo, li ricordiamo con gratitudine e affetto, ma domani non torniamo a dimenticarli, perché loro, pur silenti, sono lì nel Viale dei Gladiatori che ci attendono.

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