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Torna a Firenze quattrocentesca Madonna con Bambino in stucco policromo

(Adnkronos) – 'Ritorna a casa' la quattrocentesca Madonna con Bambino in stucco policromo, che da oggi potrà nuovamente essere apprezzata dal pubblico del Museo di Palazzo Davanzati a Firenze dopo aver trascorso oltre un secolo in collezioni private. Il rilievo, generosamente donato al museo da Christian Levett è appartenuto a Elia Volpi, l'antiquario e restauratore cui si deve, ai primi del Novecento, il recupero del palazzo, da lui acquistato, restaurato e allestito per farne il luogo preposto all'esposizione delle sue opere e per far visitare un esempio di casa fiorentina antica, la cui fama si diffuse soprattutto negli Stati Uniti. Tra l'acquisizione da parte di Volpi e le alterne vicende che portarono infine all’acquisto del Palazzo da parte dello Stato e alla sua apertura al pubblico nel 1956, la collezione esposta nell’edificio venne più volte messa all'asta dall'antiquario e in seguito ricomposta con nuove opere. La vendita più celebre fu tenuta a New York nel 1916 a cura dell'American Art Association e corredata da un catalogo illustrato nel quale figura l’opera che oggi torna definitivamente nella collezione permanente del museo fiorentino. Prima di quella data il rilievo era allestito nella sala da giorno, al secondo piano di Palazzo Davanzati, dove oggi, a distanza di quasi un secolo, è stata ricollocata. "La comunità anglo-americana di stanza a Firenze ha sempre avuto un rapporto particolare con Palazzo Davanzati, fin dalla seconda metà dell’Ottocento. Il Davanzati-style diventò anche molto ricercato da antiquari, collezionisti e arredatori ad inizio del secolo scorso – ha dichiarato Paola D’Agostino, direttrice dei Musei del Bargello – Per questo sono particolarmente grata a mister Christian Levett che ha deciso di donare al museo un’opera così intimamente legata ad Elia Volpi, alle vicende del singolare museo dell'antica casa fiorentina e alla fortuna donatelliana dal Quattrocento al Novecento. Desidero anche ringraziare Simon Gammell, direttore del British Institute, per avermi invitato la primavera scorsa a tenere una conferenza al British Institute dedicata al Museo di Palazzo Davanzati, dopo il suo riallestimento, alla quale ha partecipato proprio mister Levett". "Sono molto felice di aver giocato un piccolo ruolo nel forgiare un rapporto che ha portato alla donazione di questa bella Madonna col Bambino nella sua 'casa' – ha commentato Simon Gammell, direttore del British Institute of Florence -. Il British Institute di Firenze è dedicato a sostenere e celebrare i rapporti particolari tra la città Firenze e la comunità anglo-americana che risiede in città, proseguendo la grande tradizione del Grand Tour fino ad oggi. Porgo le mie congratulazioni all’amico Chistian Levett per questa magnifica donazione". "Sono molto felice di donare questo notevole rilevo alla sua 'casa' originaria. Quasi ogni giorno passo davanti a Palazzo Davanzati – ha raccontato Christian Levett – e quando ho notato che il rilievo nella mia collezione era stato venduto a New York nel 1916, la donazione mi è sembrata la cosa più giusta da fare: restituirlo a Palazzo Davanzati, dove potrò ammirarlo in futuro, nella sua collocazione originaria. I miei ringraziamenti vanno anche alla dottoressa Paola D'Agostino, perché questa donazione completa un’altra eccellente collaborazione con lei, dopo il mio impegno per finanziare la catalogazione digitale delle sculture del Museo Nazionale del Bargello". L'opera è quindi un importante arricchimento della collezione del museo – parte integrante dei Musei del Bargello – che, allestita oggi con pezzi provenienti da vari musei fiorentini e da donazioni ricevute in varie fasi, conserva altri oggetti appartenuti a Volpi, tra i quali il prezioso armario dipinto della prima metà del XVI secolo, la Madonna Volpi in terracotta e alcuni arredi. Mentre altre opere passate ugualmente all'asta tenuta a New York nel 1916 e acquistate da collezionisti privati sono poi confluite in raccolte pubbliche, lo stucco Levett subì invece vari passaggi collezionistici presso proprietari privati, restando sostanzialmente ignoto alla critica e l’ingresso nelle collezioni statali italiane offre una preziosa novità per i visitatori del museo e una rinnovata occasione di ricerca agli studiosi. L'opera deriva dall’archetipo donatelliano in marmo conservato presso gli Staatlische Museen di Berlino. Detto Madonna Pazzi, il prototipo in marmo di Donatello, databile intorno al 1420, è giunto a Berlino nel 1886 su mediazione di Stefano Bardini, cui si deve anche la vendita al Louvre di Parigi di una delle dodici derivazioni antiche note dallo stesso modello figurativo. Tra queste l’esemplare donato al Museo di Palazzo Davanzati da Christian Levett è certamente tra quelli di qualità più alta, sia in relazione al modellato che alla policromia. Mancano in questa e nelle altre derivazioni le soluzioni più innovative dell’archetipo donatelliano, la nicchia prospettica e il candore classico del marmo. Per Chiara Travisonni, curatrice del Museo di Palazzo Davanzati, "la policromia conferisce al rilievo un aspetto più tradizionale rispetto al prototipo, una scelta che non va imputata a una sua destinazione a un pubblico necessariamente poco colto o abbiente, bensì alla diversa funzione di questi oggetti, pensati per la devozione privata, cui pare rimandare anche l’invocazione contenuta nell’iscrizione presente sulla cornice “S(ancta) M(aria) INTERCEDE P(ro) NOBIS". La provenienza dalla collezione Volpi, insieme alla probabile destinazione originaria dell’opera a una dimora privata, la rende particolarmente adatta alla collezione del Museo di Palazzo Davanzati. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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