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MAGGIO 2016


Onestamente non riesco a capacitarmi di come si possa parlare di tifosi violenti quando i comportamenti di soggetti estremamente pericolosi sono esclusivamente criminali. Questa storia del “DASPO” è diventata ridicola. Avere incendiato uno stand al Foro Italico e assaltato un bar vicino San Pietro, armati di tutto punto, con l’intenzione di aggredire, ferire e uccidere chiunque capitasse a tiro assomiglia tanto agli atti di terrorismo compiuti a Parigi e Bruxelles, avendo come obiettivo luoghi d’intrattenimento. Il livello di abbrutimento, la futilità dei motivi e la concorsualità con altri, devono far capire che la risposta preventiva e repressiva non appartiene alla sfera sportiva, ma deve essere quella prevista per i fenomeni di criminalità organizzata. Decidano legislatori, operatori di polizia, giudici, ma è chiaro che non può essere accettata la logica che ha finora ispirato sentimenti di comprensione e tolleranza: gli eventi sportivi sono da sempre occasioni di festa, di aggregazione sociale e come tali devono continuare ad essere.