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IL TERRORE CORRE NELLA MEMORIA CORTA

24 agosto 2017
– Giusto appena due decadi di giorni per vedere sovvertire la storia di due perle del bel vivere mediterraneo, da Barcellona ad Ischia. Un brevissimo lasso di tempo segnato dall’arsura e dal fuoco, da flussi e riflussi di umani tra le sponde del Mare Nostrum/Vostrum, dal ripetersi di gesta criminali da umani contro natura. Infatti, è sempre più chiara la matrice antropica del disastro ambientale planetario in essere, con l’aggravante della perversione, laddove si aggiungono danni ulteriormente voluti in modo mirato. Oggi si piangono ancora vittime e danni da sisma laddove era scontata la catastrofe, come a Casamicciola, che da 134 anni è metafora di ogni caos o si commemorano i crolli e le stragi di Amatrice e dintorni, ma se la memoria è corta difficilmente se ne trarrà saggia conseguenza sino alle prossime annunciate catastrofi, che sono insite nel DNA del nostro territorio e nella filosofia di vita di noi che lo abitiamo. Basta guardarsi intorno, perdere l’orientamento negli svincoli dei raccordi stradali per la sparizione della segnaletica orizzontale e verticale, bearsi la vista con i rifiuti a perdita d’occhio che appestano il panorama, sobbalzare sulle radici degli alberi in libera uscita sull’asfalto, impattare in giacigli di fortuna sull’uscio di casa, o peggio rischiare di essere travolti deliberatamente nei luoghi di passeggio, per capire che tutto dipende da una forma perniciosa di negligenza per il rispetto delle regole da parte di chi le deve osservare, ma anche e soprattutto da parte di chi le deve determinare e imporre. Sono migliaia di anni che si va avanti con queste situazioni, almeno da quando ne abbiamo memoria storica e francamente trovo che le guerre di religione ai tempi di Maometto II “Il Conquistatore” e dei Crociati avevano almeno la dignità del confronto e dello scontro deliberato, seppure con tutte le conseguenze tragiche del caso. Oggi, siamo probabilmente di fronte a pericolosi criminali, di manovalanza di basso e medio livello, di cui si fa uso per manovre che in realtà servono a spianare la strada ad operazioni speculative inconfessabili, ma intuibili: “Cui prodest scelus, is fecit”, ovvero “colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l’ha compiuto”.
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