Lo strappo di Azione potrebbe dare la sensazione dell’arruffamento, tanto da far rima con Branca leone, ma diversamente dare l’idea del coraggio, quello dello slancio verso l’imponderabile, piuttosto che del rassicurante permanere in una salvifica ammucchiata. Capisco che, oltre il “razionale” del vantaggio certo, ci sia il problema atavico del rispetto del gesto, della rituale stretta di mano, ma ricordiamoci anche del latente sentimento del dubbio, d’inficianti corna, magari virtuali, riserva sempre attiva nella parte cerebro amigdala, di chi si avventura tra le spirali ed i diverticoli di patti in tempo di guerra guerreggiata. Del resto, è quel che accade da mesi nella sfibrante vicenda ucraina, da decenni in quella israelo-palestinese e adesso in quel che giorni fa io definii come un nuovo “Otto Settembre” per l’Italico Stivale, ovvero la convocazione emergenziale delle elezioni politiche.
Si tratta di una oggettiva realtà, di uno stato di cose, per cui alla fine della fiera bisogna avere davvero tanta determinazione e comunque appunto tanto coraggio, quello necessario per esercitare lo stesso diritto al ripensamento, anche a costo di uscire di scena per ragioni formali, piuttosto che sostanziali, perché tali sono o tali potevamo essere le stesse unioni tra Di Maio e Tabacci, piuttosto che tra Carlo Calenda ed Emma Bonino.
Non vi nascondo che a fronte dell’Ognun per se e Dio per tutti, di pura proporzionale memoria, l’idea di convergenze obbligate per via di una ennesima “furba” Legge Elettorale, con cui ci andiamo infognando, non mi sembra il massimo, perché rappresenta l’apoteosi dell’artificio. Qualcuno sostiene che di smottamento in frana, siamo arrivati alla Seconda, Terza o addirittura Quarta Repubblica, mentre qualcun altro pensa che si sia rimasti di fatto alla Prima, ma in condizioni tanto peggiorative da rischiare la catarsi senza appello. Ieri, su Sky, è andato in onda un “remember” televisivo per i trent’anni di Tangentopoli e gli stessi ex membri del “Pull” hanno ammesso che se “Mani Pulite” è finita insieme con i Partiti storici, il fenomeno criminale, appunto una Tangentopoli di sconfinate dimensioni, nella più diverse forme e declinazioni, sopravvive nel caos sociale, economico, politico e istituzionale più assoluto, conseguenza delle complesse dinamiche, anche internazionali, insorte a partire dal 1988 , quando saltarono i vincoli legati alla Guerra Fredda, quella che adesso avvertiamo incondizionatamente torrida.
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