Il Tar del Lazio con estrema rapidità e chiarezza ha scritto questa mattina l’ultimo capitolo sulla querelle legata al ricorso dell’ex sindaco di Nettuno Angelo Casto, che circa due mesi orsono era stato sfiduciato dai consiglieri di opposizione con l’avallo di diversi consiglieri della maggioranza. Una storia nota e un dato politico schiacciante, mai digerito dall’esponente grillino, che ha provato la via legale per riprendersi la poltrona da sindaco. Il Tar non ha fatto altro che confermare quanto era già prevedibile, rafforzando il parere dell’Avvocatura Generale dello Stato, che ieri aveva stroncato di fatto il ricorso dalle fondamenta. Una sentenza molto chiara quella del Tribunale amministrativo, che ha riconosciuto la volontà dei consiglieri di dimettersi, un dato che si può riscontrare in diversi passaggi della stessa sentenza. C’è poi un riferimento diretto all’articolo 141 del d. lgs. 267/2000, che prevedelo scioglimento del consiglio comunale a seguito di dimissioni “rese anche con atti separati purché contemporaneamente presentati al protocollo dell’ente, della metà più uno dei membri assegnati, non computando a tal fine il sindaco o il presidente della provincia”.Cala il sipario in modo definitivo sulla giunta Casto.